Dimensioni - L’uomo, pare, ha
escogitato il tempo e lo spazio e vi si è perduto: l’eternità e l’infinito sono
fuori della sua portata. Ma è più probabile che essi si siano imposti a lui.
C’è un segreto
nell’universo, tra la vita e la predeterminazione inanimata. Che potrebbe
essere una memoria perduta. Ma è più probabile che sia una proprietà – un indicibile
o un pre-linguaggio.
Fede - Gödel, il logico delle “dimensioni”,
finì affranto dai cristiani convinti che si salveranno, loro, mentre gli altri
no.
Fine – Connota l’epoca,
la parola se non il fatto. Col sottinteso che la fine sia d egli altri, c’è un
che di astuto nell’evocazione-celebrazione della fine, per l’acqua, l’aria, la
luce, il cibo, la sovrappopolazione, e oggi l’Isa. Col sottinteso che la fine
sia quella degli altri. Ma il pensiero della fine è fine a se stesso, è perdente.
Si è
celebrata la fine della storia di di Fukuyama come presupposto della storia-freccia,
per di più unidirezionale, e come un riscatto o un battesimo, mentre è un’estrema
unzione.
“Prima che Dio chiami,\il mondo
sarà svanito”, canterebbe J.B.Lenoir. Il ritorno al Creatore è momento che
ognuno respinge, ma ci sono cose che uno dice: sarebbe meglio.
Giustizia – “Se uno ascolta le mie
parole e non le osserva, io non lo condanno”, dice il Gesù di san Giovanni, 12,
47, “poiché non sono venuto a condannare il mondo ma a salvarlo”. La funzione
giudiziaria è una forma di polizia, non di salvezza.
Identità - L’identità-alterità è paradosso filosofico troppo grande per la filosofia.
Ed è la sua fine: l’uomo che è al 98 virgola qualcosa per cento u-no scimpanzé,
non ha nulla in comune con questa creatura. Mentre ognuno è sempre se stesso,
purtroppo, anche se a ogni istante cambia – si col-tiva il se stesso incerto
per eccesso di sé, ci si divide per moltiplicarsi, per partenogenesi. L’Identità
occultata, la Differenza e l’Altro-da-sé sono del resto da tempo in Superman,
che non è male.
Illuminismo
– Ci fu
un tempo nel secondo Novecento che le dittature si imputarono all’illuminismo,
Piccolo Padre incluso: il Novecento colpa di Rousseau e Diderot. Ai quali
Stalin avrebbe tirato alla testa.
È il segno che il secolo era infetto, e più per
questa follia: qualsiasi idiozia, pur di salvare i tiranni.
Mosca - Robert Byron ci ha visto “una
specie di Cinecittà, in cui i ruoli sono assegnati”, tra il Bene e il Male. Un
secolo fa, quasi. Ma il destino prescinde dall’epoca – o il “genius loci” di Vernon
Lee?
Musica - Il
suono è il principale oggetto materiale, diceva nel Seicento Marin Mersenne,
che comprese il carattere oscillatorio dei processi acustici, e studiò gli
armonici superiori e i battimenti.
La voce è materialità pura e non
scientifica. La voce è anche il poco che rimane della musica nel delirio manieristico
che l’ha avvolta. Come di un costruttore o un architetto che costruisse i piani
sui piani, il musicista da tempo costruisce su se stesso: musica di musica,
citazioni, elaborazioni, disfacimenti, musica esponenziale, per calcolatori. Dopo
elaborata iniziazione, ma non tutto il calcolo numerico è musica.
La
musica com’è noto la inventò Pitagora quando
ascoltò in una forgia quattro martelli che colpivano alternati l’incudine:
Pitagora soppesò i suoni e scoprì che la gradevolezza nasceva da un rapporto
numerico tra i
pesi dei quattro martelli - un certo
Pitagora, narra Guittone d’Arezzo, che, gran filosofo, viaggiava all’avventura.
Ordine - Prima
della fisica unificante di Galileo e Newton si vedevano solo fenomeni singoli.
Con la fisica unitaria, prova della parsimonia dell’Altissimo, il caso fu sostituito
dall’ordine, il disordine dal sistema. Con pensiero unificante e il tutto i
piazza – il tutto degli altri – la fisica si vuole del disordine.
Parola - È tramite
e sostanza del potere: il potere della parola è pieno, benché misterioso.
Dorothy
Sayers, “The mind of the maker”, dice questo potere anche “pericoloso”: “Ogni
parola – anche ogni parola inutile – sarà tenuta da conto il giorno del
giudizio perché la parola stessa ha il potere di portare a un giudizio. È della
natura della parola di rivelarsi e incarnare se stessa, di assumere forma
materiale. Il suo giudizio è quindi un giudizio intellettuale, ma anche
materiale”.
La
squalifica, nell’età della chiacchiera, delle parole come “solo parole” è una
forma subdola (deviata o ignorante) di potere. Non nei riguardi della parola ma
per l’uso diminutivo della formula “solo”. “Sono solo canzonette” non è
irrilevante, contrariamente a ciò che intende dire.
Purga –
È il nutrimento della fede, per eliminazione delle scorie – la fede si vuole
purezza.
L’idea della purga, che caratterizza il comunismo, è
geniale: il regime (istituzionale, politico) come un grande
stomaco acido, pieno di helicobacter coli, che annientano via via tutto ciò che
è piaciuto, alla ricerca, tra rutti e peti, del corpaccione ideale. L’idea della politica come
progresso apparentata alla privazione, al sacrificio di sé ed eventualmente al martirio
- non
solo per questo, su Stalin bisogna intendersi.
Segreto - Spinoza sigillava le lettere col motto latino “Caute” sull’abbozzo di un fiore, un invito
alla dissimulazione. Uno che gli ebrei dissero eretico a vent’anni, e in
sospetto ai gentili in quanto ebreo, ma non segnato, della solitudine fece il
presupposto della libertà. Spinoza ripeteva il “Larvatus prodeo” di
Cartesio, che anche lui pubblicava in Olanda. Ma Cagliostro si nasconde, e ogni
altro furfante, per quanto di genio.
Il segreto è utile, oltre che seducente –
l’amore delle donne è tutto nel loro segreto.
zeulig@antiit.eu
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