giovedì 16 aprile 2015

Allineati e coperti con la Germania

“La mia chiamata a Bruxelles non fu opera italiana ma una proposta di Schröder, appoggiata da tutti coloro con i quali avevo lavorato in precedenza, Kohl, Chirac, Blair”. Così Prodi ristabilisce la verità nel suo libro-intervista con Marco Damilano. Per non darne il merito a D’Alema, che l’aveva sloggiato da palazzo Chigi. Ma evidentemente anche per rispetto alla verità.
Prodi non si chiede perché la Germania lo abbia scelto – abbia scelto per l’Italia a insaputa dell’Italia. Non lo fa per spirito europeistico, perché ritiene che l’Europa sia di tutti, come ci insegnavano da ragazzi a scuola? Darebbe pessimo esempio di sé, della sua capacità politica, di fiuto, di giudizio.
Si capisce però così l’operato di Prodi a Bruxelles, per l’inclusione a tappe forzate nell’Unione Europea dei paesi dell’Est - vassalli della Germania, che vi doveva delocalizzare (il “governo della delocalizzazione” è parte della riforma Schröder). Uno dei tanti volenterosi, i willing executioners.
Prodi non è un caso. Molti alti dirigenti “italiani” della Commissione Europa sono scelti da Berlino. Tra i protagonisti, dopo Prodi si ricorda Draghi, scelto da Angela Merkel. Per salvare le banche tedesche. Il primo atto di Draghi, all’indomani dell’insediamento alla Bce l’1 novembre 2011, è stato un intervento spettacolare salva banche: un gigantesco prestito a tre anni a bassissimo costo che ha salvato tutti, ma soprattutto le banche tedesche, olandesi, belghe e austriache - salutato come una “Grande Bertha” dai consulenti di Angela Merkel, “Stabile Architektur für Europa”, rapporto 2012/2013 del Consiglio degli esperti economici, pubblicato a novembre 2012 (una cannonata:  era “Bertha” il supercannone tedesco nella Grande Guerra).   
È la maniera d’essere dell’Europa dopo la riunificazione tedesca. E si può esserne soddisfatti, almeno alla maniera di Prodi e Draghi.  Il beneficio per l’Italia non c’è. Non che si sia visto con Prodi, o si veda con Draghi. Ma è un modo di stare comodi nell’Unione, come vice-Germania. Ruolo ancillare, i vice sono tanti - un po’ alla maniera dei grandi chirurghi americani, che nominano dei “vice” intercontinentali, come procuratori presso le comunità d’origine. Ma non disprezzabile. Se non c’è altro da fare, e se previene o allevia le jugulazioni.

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