Ora è il momento del pegno delle pellicce. L’edificio e la
piazza si chiamano sempre del Monte di Pietà, ma restaurati con larghezza di mezzi
sono degna cornice. Impegnando la pelliccia si ottiene abbastanza contate per
riscattare le polizze dei gioielli di primavera-estate. A luglio s’impegnano
tutte le gioie, meno le poche da portarsi dietro in vacanza. In autunno si
cominciano a riscattare le polizze, e il circuito continua così virtuoso.
Il Monte di Pietà conserva il nome ma ha mutato la funzione.
Cioè no, si è aggiornato: la vecchia funzione al fondo la mantiene, quella che
Gregorio XIII Boncompagni e Sisto V Peretti vollero, “l’assicurazione delle sostanze de’ pupilli e
vedove”. Serve da deposito gratuito, se si sa fare un accorto dosaggio
tra pegni e riscatti, per gli oggetti di pregio che oggi è così difficile
tenere al sicuro in casa. Le assicurazioni costano, e non garantiscono il
rimborso. Il Monte dei Paschi invece garantisce la massima sicurezza, a costo
zero.
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