“Milano
è oggi la vera capitale d’Italia. E sta tornando a essere la capitale morale”. Quando?
Quanto deve durare questo percorso, ormai quasi venticinquennale, da Borrelli e
Di Pietro a Bossi, Berlusconi, Monti, che ancora stiamo pagando con lacrime e
sangue?
Un
curioso salamandering morale dell’Italia
Pisapia delinea al “Corriere della sera”. Il salamandering è la tecnica elettorale
di circoscrivere sinuosamente le circoscrizioni uninominali in modo da far
vincere il candidato governativo. Ne fu campione il generale De Gaulle alle
elezioni di fine novembre 1958: ridisegnò le circoscrizioni in maniera da
annegare le periferie operaie nei quartieri borghesi – l’esito fu un partito
Comunista ridotto a quattro deputati. Pisapia fa lo stesso: l’Italia ridisegna in
modo da far convergere tutte le virtù su Milano. Anche come prendere il tassì.
Il
sindaco di Milano Pisapia è di Sel, ma di suo è avvocato. In questa veste si
può capire. Si è anche illustrato, a Milano naturalmente, per far avere al suo
cliente De Benedetti 750 milioni di euro per non aver comprato Mondadori – poi ridotti a 560, ma pur sempre una
bella cifra per non avere investito una lira. E qui dov’è la morale? “Sono stato
bravo”, dice Pisapia al “Corriere”, e lo è: è l’Italia che vota Berlusconi, è l’Italia
che vuole bruciare i rom con Salvini, è l’Italia che alimenta il mercato della
droga, ed è sempre l’Italia che si è rubati i soldi dell’Expo – sì, la ‘ndrangheta,
quella roba lì.
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