venerdì 10 aprile 2015

La morale non è etica in politica

Quante bugie può dire Renzi? Tutte quelle che vuole, basta che l’economia riparta, che l’’Europa rinsavisca, anche solo un poco, e che il terrorismo islamico non faccia stragi. Anche una sola di queste tre priorità basta. Le priorità sono politiche, e non etiche. Cioè: sono etiche perché sono politiche, cioè necessarie.
Il titolo regge da qualche anno un poderoso Meridiano Bobbio di duemila pagine, ordinato  da Marco Revelli. Questo è il vecchio celebre saggio che Bobbio pubblicò su “Micromega” nel 1986. Richiesto dalla rivista quando la questione morale ferveva, come sempre peraltro in Italia, paese di moralisti.
Bobbio è al suo solito prudente, limitandosi alla sua didattica lineare, l’esposizione sempre concettualmente semplice e chiara. Non prende mai di petto la corrività, ma non fa molto caso di Erasmo e Kant, del “buonismo”. Lo dice anche, cautelandosi con Hobbes e Weber, di cui è stato studioso, nonché con Croce, che hanno riconosciuto in anticipo quello che poi era diventato l’“autonomia del politico”: non se la sente di dare addosso alla politica. Che non si fa e non si giudica coi pater noster – questo Cosimo il Vecchio di Machiavelli è il leitmotiv del saggio.
La “questione morale” è un’arma politica come le altre, solo più spregiudicata. Doppia, se si può dire, perché si nega – anzi tripla, finge di negarsi (si legga “La questione morale” di Scalfari e Berlinguer, 1981, che sempre si riedita, e si resterà basiti da tanta sfrontatezza).
Norberto Bobbio, Etica e politica

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