Emilio
Gentile racconterà al Parco romano della Musica il 25 aprile “Il mito conteso
della Resistenza e della Liberazione”. Che nessuno contende – i fascisti, neo
ed ex, da tempo hanno accettato la Repubblica. Forse lo storico dirà, finora
non lo ha detto, chi contende l’antifascismo e la liberazione.
Nessuno
contesta l’antifascismo eccetto la sinistra - Gentile quindi incluso. La quale ha soppiantato la
Resistenza e la Liberazione con la guerra civile. Per non dover ringraziare gli
Alleati? Per introdurre alla storia che non si fa ma che sarà inevitabile della
Volante Rossa e del Triangolo della morte? Della voglia, se non di un progetto,
di sovversione.
Sarà
un caso, ma si assiste con la “Seconda Repubblica” a un inconcludente quanto interminabile
manipolazione delle carte Da prestidigitatori
e forse da bari. A opera, bisogna dirlo, degli storici e non dei politici, che
quindi qualche onestà la conservano.
La
Seconda Repubblica data, più o meno, dalla caduta del Muro. Dalla caduta delle
illusioni di cui la storia non è stata fatta e, come sembra, è vietato fare.
Paolo
Conti sul “Corriere della sera-Roma” depreca “una città al collasso”. Oggi e
non ieri, lo fa a giorni alterni. Ieri ne celebrava la bellezza – come di
consueto gli altri giorni alterni – sotto le specie di un glicine al Gianicolo.
È un modo di essere romano, essere e non essere. È da Roma che la politica italiana
ha preso il suo modo di essere?
Il
17 aprile, venerdì, Renzi torna dall’America, va a Pompei e dichiara: “L’Italia
è una superpotenza culturale, il mondo chiede Italia”. Era Mussolini che il 2 ottobre
1935 dichiarava guerra all’Abissinia invocando “questo popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di navigatori, etc.”. Me nessuna
ironia si legge. Nemmeno sul venerdì 17. Mussolini si riserva per Berlusconi: è
la logica di regime.
Allarme
tg: “Un peschereccio italiano fermato dalla Marina libica nel canale di
Sicilia”. C’è una Marina libica? C’è la Libia?
Dunque,
dieci mesi dopo aver condannato Berlusconi perché “non poteva non sapere” in
materia di fisco delle sue aziende, la Cassazione stabilisce il contrario, a opera dello stesso giudice relatore, Amedeo Franco: che
il reato fiscale non si può presumere, deve essere provato.
C’è
del trucido in Cassazione. E non può essere altrimenti, è il vertice di un
“ordine” giudiziario marcio.
Con
le parcelle milionarie che deve ai suoi tanti avvocati, Berlusconi ha dovuto
aspettare che un qualche giudice o impiegato della Cassazione segnalasse a
“Libero” la doppia morale della Corte. E allora: o Berlusconi ci guazza in
questa giustizia, il masochismo esiste, oppure è un pirla, se ne approfittano
tutti, giornalisti, onorevoli, e anche gli avvocati.
Abbattere
il governo per la legge elettorale, evidentemente si può. Ma che lo faccia il
Pd, contro il suo governo, che senso ha questa “dura opposizione”? Da parte di
parlamentari che esistono solo nei talk-shows – non sono politici, non hanno
fatto politica, non fanno politica, solo si mettono in mostra. Ogni partito ha
le sue starlettes, anche se con la barba.
Non
ci sono i milanesi in Duomo per i
funerali della strage al palazzo di Giustizia. Né dentro né fuori, dove erano
state preparate inutili transenne. Benché, dice Lerner, solo di avvocati a
Milano ce ne siamo 18 mila. Ma li assolve, gli avvocati e i milanesi: “Il funerale
di Stato ha trasmesso la sensazione di una Roma venuta a Milano sospinta dal
timore”. Dalla colpa cioè.
I
milanesi, diceva Malaparte, buttano sempre l’immondizia al piano di sotto.
Comincia
Porto-Bayern, Neuer abbatte Jackson Martinez. Era gol fatto, ma Neuer è solo
ammonito. Noblesse oblige, Neuer è
campione del mondo.
E
poi la finale di Champions si gioca a Berlino, una squadra tedesca ci vuole.
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