domenica 19 aprile 2015

Ombre - 264

Emilio Gentile racconterà al Parco romano della Musica il 25 aprile “Il mito conteso della Resistenza e della Liberazione”. Che nessuno contende – i fascisti, neo ed ex, da tempo hanno accettato la Repubblica. Forse lo storico dirà, finora non lo ha detto, chi contende l’antifascismo e la liberazione.

Nessuno contesta l’antifascismo eccetto la sinistra - Gentile quindi incluso. La quale  ha soppiantato la Resistenza e la Liberazione con la guerra civile. Per non dover ringraziare gli Alleati? Per introdurre alla storia che non si fa ma che sarà inevitabile della Volante Rossa e del Triangolo della morte? Della voglia, se non di un progetto, di sovversione.

Sarà un caso, ma si assiste con la “Seconda Repubblica” a un inconcludente quanto interminabile manipolazione delle carte  Da prestidigitatori e forse da bari. A opera, bisogna dirlo, degli storici e non dei politici, che quindi qualche onestà la conservano.
La Seconda Repubblica data, più o meno, dalla caduta del Muro. Dalla caduta delle illusioni di cui la storia non è stata fatta e, come sembra, è vietato fare.

Paolo Conti sul “Corriere della sera-Roma” depreca “una città al collasso”. Oggi e non ieri, lo fa a giorni alterni. Ieri ne celebrava la bellezza – come di consueto gli altri giorni alterni – sotto le specie di un glicine al Gianicolo. È un modo di essere romano, essere e non essere. È da Roma che la politica italiana ha preso il suo modo di essere?

Il 17 aprile, venerdì, Renzi torna dall’America, va a Pompei e dichiara: “L’Italia è una superpotenza culturale, il mondo chiede Italia”. Era Mussolini che il 2 ottobre 1935 dichiarava guerra all’Abissinia invocando “questo popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di navigatori, etc.”. Me nessuna ironia si legge. Nemmeno sul venerdì 17. Mussolini si riserva per Berlusconi: è la logica di regime.

Allarme tg: “Un peschereccio italiano fermato dalla Marina libica nel canale di Sicilia”. C’è una Marina libica? C’è la Libia?

Dunque, dieci mesi dopo aver condannato Berlusconi perché “non poteva non sapere” in materia di fisco delle sue aziende, la Cassazione stabilisce il contrario, a opera dello stesso giudice relatore, Amedeo Franco: che il reato fiscale non si può presumere, deve essere provato.  
C’è del trucido in Cassazione. E non può essere altrimenti, è il vertice di un “ordine” giudiziario marcio.

Con le parcelle milionarie che deve ai suoi tanti avvocati, Berlusconi ha dovuto aspettare che un qualche giudice o impiegato della Cassazione segnalasse a “Libero” la doppia morale della Corte. E allora: o Berlusconi ci guazza in questa giustizia, il masochismo esiste, oppure è un pirla, se ne approfittano tutti, giornalisti, onorevoli, e anche gli avvocati.

Abbattere il governo per la legge elettorale, evidentemente si può. Ma che lo faccia il Pd, contro il suo governo, che senso ha questa “dura opposizione”? Da parte di parlamentari che esistono solo nei talk-shows – non sono politici, non hanno fatto politica, non fanno politica, solo si mettono in mostra. Ogni partito ha le sue starlettes, anche se con la barba.

Non ci sono i milanesi in Duomo per  i funerali della strage al palazzo di Giustizia. Né dentro né fuori, dove erano state preparate inutili transenne. Benché, dice Lerner, solo di avvocati a Milano ce ne siamo 18 mila. Ma li assolve, gli avvocati e i milanesi: “Il funerale di Stato ha trasmesso la sensazione di una Roma venuta a Milano sospinta dal timore”. Dalla colpa cioè.
I milanesi, diceva Malaparte, buttano sempre l’immondizia al piano di sotto.

Comincia Porto-Bayern, Neuer abbatte Jackson Martinez. Era gol fatto, ma Neuer è solo ammonito. Noblesse oblige, Neuer è campione del mondo.
E poi la finale di Champions si gioca a Berlino, una squadra tedesca ci vuole.

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