Anima – È platonica, ed è
introvabile all’anatomista, ma è reale. E non tanto nel senso dell’anima razionale
di Platone, quanto nella tripartizione di Aristotele, comunque intellettiva,
sensitiva, e anche vegetativa. Dunque cos’è
reale? E come fare a meno dell’anima, cioè dell’io?
L’oggettivazione è un ottimo filone di ricerca
(scoperta), ma fino a un certo punto.
È l’ultima cosa che la filosofia ha indagato, malgrado
la nobile origine platonica, e la prima
che vuole scacciare. Per un fine? Proprio quando si cominciava a vederci meglio.
Van der Leeuw se ne doleva già novant’anni fa, negli “Dei in esilio”: “L'ultima cosa che l’uomo scopre è se stesso. È una verità strana, eppure
universale, che la sete umana della conoscenza debba cominciare da quello che è
più lontano e finire con quello che è più vicino. L’uomo primitivo ha studiato i cieli;
ma soltanto l’uomo moderno comincia ad esplorare i misteri
della propria anima. Ma viene per ogni anima, nel suo lungo peregrinare, il
momento in cui la vita diventa impossibile se non ne conosce il perché”.
Femminista
– Il
primo è Gesù Cristo. Che ha un rapporto diretto e semplice con le donne, sia
pure “impure”. Un fatto senza precedenti, e anche per molti secoli a venire
ancora unico nella letteratura.
La storia è stata molto più femminista che non
la letteratura. La discriminazione è letteraria, meno (molto meno) di diritto e
di fatto.
Filosofia
- È
elicoidale. Le parole, spiega Platone nell’ “Eutifrone”, “girano in tondo”. In
forma elicoidale: anche la ragione gira senza fine. Con residui, ma anche senza.
Il saggio Socrate dice che nessun mortale può
essere saggio. Poiché Socrate non è immortale, la saggezza sarebbe il paradosso
di Epimenide (“Epimenide cretese dice che tutti i cretesi sono bugiardi”)?
Giustizia
– “A chi
ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica tu lascia anche il
mantello” – è precetto evangelico, Matteo, 5,40. Non c’è giustizia nei Vangeli.
“È arcinoto, credo, che non esiste ramo
professionale in cui si sia più diffidenti e sospettosi nei confronti degli
standard morali, e perfino degli standard di giustizia, di quanto lo si è
sempre stati in campo giuridico”. H.Arendt, “Alcune questioni di filosofia
morale”, p.11.
Infinito – L’illimitato e
l’incompiuto è in realtà la condizione umana. Nella sua necessaria dialettica.
La finitezza esemplandosi, definendosi, sull’infinitezza. Non qualcosa al di
fuori dello spazio.
È il non finito di Michelangelo e di ogni altro
artista e scrittore, per compiuto che si voglia. Laboratorio e paradigma della
creatività. Ma anche dell’esistenza, che ha fine certa, e tuttavia trasmutante,
metamorfica, nella memoria e nell’oblio – che di più infinito dell’oblio?
Legificazione
– È il
tratto dell’epoca, la moltiplicazione delle leggi. Per un’oggettivazione della
realtà. Che è impossibile, si sa, e quindi è di fatto una delega. Di un minus habens a un plus, un maius. Un ritiro
dal mondo. Una forma dichiarata del ritiro dell’umanità da se stessa. E quindi
dallo steso mondo. Abbandonati, l’una e l’atra, al cosiddetto mercato, il
minimo sforzo per il massimo utile – la forma più meschina dello scambio. A un
meccanismo equalizzatore presunto imponderabile e inderogabile, mentre è soltanto
una semisommersa volontà di potenza, infarrabile ma non ignota.
Le leggi si delegano a un corpo politico che
peraltro è del tutto delegittimato nel mercato.
Male – È metafisico? È tela di
Penelope? Il maggiore apostolo del bene, Gesù, viveva tra i malfattori:
Barabba, Giuda, gabellieri, adulteri, ladri. Per il perdono sì, ma. Anche il
diritto va in questo senso, con la garanzia del giusto processo e la
limitazione delle pene: il malfattore può infliggere il male, il male non può
essere corrispondentemente inflitto al malfattore – la vecchia legge del taglione.
Si perdona sempre perché è inestirpabile? Per
realismo dunque. Ma non conduce all’omertà – problema del controllo mafioso?
Alla sottomissione houellebecquiana – problema delle culture inquinate, decadenti?
Platone – Il cristianesimo gli deve
più che ai Vangeli – miti, idee, programmi: l’anima, l’aldilà, il paradiso e il
tartaro, il giudizio.
Questione
morale – Si
moltiplicano le leggi e le pene, forse necessarie, contro la corruzione. Che
però, endemica, è un fatto di etica. L’etica non è il diritto, e il diritto meglio
di tutti lo sa. L’etica è naturalmente altra, anche, dalla questione morale,
che è un’arma politica.
Religione -
La più appassionata. approfondita e acuta interprete nel Novecento del pensiero
cristiano, dei Vangeli, san Paolo, sant’Agostino, molti padri, la tomistica, e dell’impianto
politico (novità) della chiesa, sarà stata Hannah Arendt , una filosofa nata e
vissuta, con molti rischi, e problemi personali e materiali non indifferenti,
nell’ebraismo, anche se fuori dalla religione. Per contro l’amato di Arendt, Heidegger, figlio di sacrestano, chierichetto,
seminarista, raramente e superficialmente fa caso della tradizione cristiana.
Solo i miscredenti animano la religione?
Scandalo - È originariamente – σκάνδαλον
– una trappola tesa al nemico. Come “ostacolo, insidia, per far cadere il
nemico”, un sgambetto, lo registra il Rocci – da un possibile sanscrito.Lo
scandalo evangelico per eccellenza, dei piccoli, è di chi è in nostro potere.
È ciò che i Vangeli dicono irreparabile, né con
il perdono e nemmeno con il castigo. Gesù nei Vangeli, che a tutto perdona,
sullo scandalo è irremovibile: condanna senza prove.
Sesso – È l’assenza più cospicua
nei vangeli, anche come condanna – l’ossessione della chiesa, dell’ebraismo,
della psicoanalisi (in quanto proiezione dell’ebraismo?).
Storia – Si fa, non è, per accumuli
e sottrazioni. Sarà maestra, ma
necessariamente volubile.
Uno\due – È dell’addestramento
formale in caserma – compreso il “segnare il passo!”. Dell’indeciso – volere e
non volere. Del furbo. Del doppio, che va di moda, sosia compreso. È di
Nietzsche, che era pazzo. Socrate voleva essere uno. “Sarebbe meglio per me
essere in conflitto col mondo intero, piuttosto che con me stesso”.
C’è poi quello a due dimensioni di Abbott, e a
una di Marcuse. Ma sdoppiati?
Verginità – Tutti i tabù della fisiologia
femminile, mestruazioni, gravidanza, puerperio, allattamento, aborto, Ida Magli
vede legati “esplicitamente all’apertura
del corpo della donna, che è pericolosa perché è da lì che passa tutto quello
che ha a che fare col mondo di-là”. Attraverso il concepimento e la nascita,
eventi miracolosi. Da qui l’infibulazione, pratica antichissima e oggi
islamica, e la verginità. Una deriva che Ida Magli rafforza con Lévi-Strauuss:
“Lévi-Strauss ritiene, in base alla sua teoria delle opposizioni, che la donna
debba essere «otturata in alto» proprio
perché è «aperta in basso, cosa questa che giustificherebbe il divieto della
parola (tenere la bocca chiusa)”.
Volontà di potenza – È la forza
dell’umiltà, prima e più che dell’imperio. Dei santi, e tra essi dei più nei
più umili - san Francesco, sulle orme del Gesù dei Vangeli.
zeulig@antiit.eu
Nessun commento:
Posta un commento