giovedì 9 aprile 2015

Secondi pensieri - 213

zeulig

Anima – È platonica, ed è introvabile all’anatomista, ma è reale. E non tanto nel senso dell’anima razionale di Platone, quanto nella tripartizione di Aristotele, comunque intellettiva, sensitiva, e anche vegetativa.  Dunque cos’è reale? E come fare a meno dell’anima, cioè dell’io?
L’oggettivazione è un ottimo filone di ricerca (scoperta), ma fino a un certo punto.

È l’ultima cosa che la filosofia ha indagato, malgrado la nobile origine platonica,  e la prima che vuole scacciare. Per un fine? Proprio quando si cominciava a vederci meglio. Van der Leeuw se ne doleva già novant’anni fa, negli “Dei in esilio”: “L'ultima cosa che l’uomo scopre è se stesso. È una verità strana, eppure universale, che la sete umana della conoscenza debba cominciare da quello che è più lontano e finire con quello che è più vicino. L’uomo primitivo ha studiato i cieli; ma soltanto l’uomo moderno comincia ad esplorare i misteri della propria anima. Ma viene per ogni anima, nel suo lungo peregrinare, il momento in cui la vita diventa impossibile se non ne conosce il perché.

Femminista – Il primo è Gesù Cristo. Che ha un rapporto diretto e semplice con le donne, sia pure “impure”. Un fatto senza precedenti, e anche per molti secoli a venire ancora unico nella letteratura.
La storia è stata molto più femminista che non la letteratura. La discriminazione è letteraria, meno (molto meno) di diritto e di fatto.

Filosofia - È elicoidale. Le parole, spiega Platone nell’ “Eutifrone”, “girano in tondo”. In forma elicoidale: anche la ragione gira senza fine. Con residui, ma anche senza.

Il saggio Socrate dice che nessun mortale può essere saggio. Poiché Socrate non è immortale, la saggezza sarebbe il paradosso di Epimenide (“Epimenide cretese dice che tutti i cretesi sono bugiardi”)?

Giustizia – “A chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica tu lascia anche il mantello” – è precetto evangelico, Matteo, 5,40. Non c’è giustizia nei Vangeli.

“È arcinoto, credo, che non esiste ramo professionale in cui si sia più diffidenti e sospettosi nei confronti degli standard morali, e perfino degli standard di giustizia, di quanto lo si è sempre stati in campo giuridico”. H.Arendt, “Alcune questioni di filosofia morale”, p.11.

Infinito – L’illimitato e l’incompiuto è in realtà la condizione umana. Nella sua necessaria dialettica. La finitezza esemplandosi, definendosi, sull’infinitezza. Non qualcosa al di fuori dello spazio.
È il non finito di Michelangelo e di ogni altro artista e scrittore, per compiuto che si voglia. Laboratorio e paradigma della creatività. Ma anche dell’esistenza, che ha fine certa, e tuttavia trasmutante, metamorfica, nella memoria e nell’oblio – che di più infinito dell’oblio?

Legificazione – È il tratto dell’epoca, la moltiplicazione delle leggi. Per un’oggettivazione della realtà. Che è impossibile, si sa, e quindi è di fatto una delega. Di un minus habens a un plus, un maius. Un ritiro dal mondo. Una forma dichiarata del ritiro dell’umanità da se stessa. E quindi dallo steso mondo. Abbandonati, l’una e l’atra, al cosiddetto mercato, il minimo sforzo per il massimo utile – la forma più meschina dello scambio. A un meccanismo equalizzatore presunto imponderabile e inderogabile, mentre è soltanto una semisommersa volontà di potenza, infarrabile ma non ignota.
Le leggi si delegano a un corpo politico che peraltro è del tutto delegittimato nel mercato.

Male – È metafisico? È tela di Penelope? Il maggiore apostolo del bene, Gesù, viveva tra i malfattori: Barabba, Giuda, gabellieri, adulteri, ladri. Per il perdono sì, ma. Anche il diritto va in questo senso, con la garanzia del giusto processo e la limitazione delle pene: il malfattore può infliggere il male, il male non può essere corrispondentemente inflitto al malfattore – la vecchia legge del taglione.
Si perdona sempre perché è inestirpabile? Per realismo dunque. Ma non conduce all’omertà – problema del controllo mafioso? Alla sottomissione houellebecquiana – problema delle culture inquinate, decadenti?

Platone – Il cristianesimo gli deve più che ai Vangeli – miti, idee, programmi: l’anima, l’aldilà, il paradiso e il tartaro, il giudizio.

Questione morale – Si moltiplicano le leggi e le pene, forse necessarie, contro la corruzione. Che però, endemica, è un fatto di etica. L’etica non è il diritto, e il diritto meglio di tutti lo sa. L’etica è naturalmente altra, anche, dalla questione morale, che è un’arma politica.

Religione - La più appassionata. approfondita e acuta interprete nel Novecento del pensiero cristiano, dei Vangeli, san Paolo, sant’Agostino, molti padri, la tomistica, e dell’impianto politico (novità) della chiesa, sarà stata Hannah Arendt , una filosofa nata e vissuta, con molti rischi, e problemi personali e materiali non indifferenti, nell’ebraismo, anche se fuori dalla religione. Per contro l’amato di Arendt, Heidegger, figlio di sacrestano, chierichetto, seminarista, raramente e superficialmente fa caso della tradizione cristiana. Solo i miscredenti animano la religione?

Scandalo - È originariamente – σκάνδαλον – una trappola tesa al nemico. Come “ostacolo, insidia, per far cadere il nemico”, un sgambetto, lo registra il Rocci – da un possibile sanscrito.Lo scandalo evangelico per eccellenza, dei piccoli, è di chi è in nostro potere.

È ciò che i Vangeli dicono irreparabile, né con il perdono e nemmeno con il castigo. Gesù nei Vangeli, che a tutto perdona, sullo scandalo è irremovibile: condanna senza prove.

Sesso – È l’assenza più cospicua nei vangeli, anche come condanna – l’ossessione della chiesa, dell’ebraismo, della psicoanalisi (in quanto proiezione dell’ebraismo?).

Storia – Si fa, non è, per accumuli e sottrazioni.  Sarà maestra, ma necessariamente volubile.

Uno\due – È dell’addestramento formale in caserma – compreso il “segnare il passo!”. Dell’indeciso – volere e non volere. Del furbo. Del doppio, che va di moda, sosia compreso. È di Nietzsche, che era pazzo. Socrate voleva essere uno. “Sarebbe meglio per me essere in conflitto col mondo intero, piuttosto che con me stesso”.
C’è poi quello a due dimensioni di Abbott, e a una di Marcuse. Ma sdoppiati?

Verginità – Tutti i tabù della fisiologia femminile, mestruazioni, gravidanza, puerperio, allattamento, aborto, Ida Magli vede legati “esplicitamente all’apertura del corpo della donna, che è pericolosa perché è da lì che passa tutto quello che ha a che fare col mondo di-là”. Attraverso il concepimento e la nascita, eventi miracolosi. Da qui l’infibulazione, pratica antichissima e oggi islamica, e la verginità. Una deriva che Ida Magli rafforza con Lévi-Strauuss: “Lévi-Strauss ritiene, in base alla sua teoria delle opposizioni, che la donna debba essere «otturata in alto»  proprio perché è «aperta in basso, cosa questa che giustificherebbe il divieto della parola (tenere la bocca chiusa)”.

Volontà di potenza – È la forza dell’umiltà, prima e più che dell’imperio. Dei santi, e tra essi dei più nei più umili - san Francesco, sulle orme del Gesù dei Vangeli.

zeulig@antiit.eu

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