Solo tre compagni di scuola a Padova alla
veglia funebre per Domenico Maurantonio, il diciannovenne morto in gita
scolastica a Milano. Nessun altro, nemmeno un professore del liceo, nemmeno per
dovere di rappresentanza. Paolo Giordano non si capacita, e invece la questione
è semplice: la barbarie è, non è solo
antimeridionale.
La questione della barbarie si può dire anche
così: la Lega non nasce dal niente, la Lega “ha ragione”. E questa è una
consolazione, essere “esclusi” dalla Lega e dal leghismo.
Questa settimana “Sette”, settimanale del
“Corriere della sera”, si occupa con la sua firma più prestigiosa, Gian Antonio
Stella, di un concorso a Lingue e letterature straniere di Ragusa, sede
distaccata dell’università di Catania. Di un concorso non a cattedra ma a un
“contratto”. L’articolista tratta in dettaglio di un ricorso contro l’assegnazione della borsa,
per dire che a Ragusa, o a Catania, il diritto un vige. E un profumo di
scorrettezza c’è, ma non si capisce dove, se a Ragusa o a Milano.
Anche questa storia si può vedere dentro la
barbarie. Che il “Corriere della sera” impegni un giornalista sulle cronache “impossibili”
dal Sud. Anzi, la sua firma più prestigiosa. Evidentemente ce n’è domanda.
L’Expo delle bandiere blu
L’inquinamento in Toscana, tra Scarlino e Follonica,
in un’area di trenta km. quadrati, la zona industriale della Casona e la costa,
è talmente elevato da risultare direttamente velenoso. Con tracce abbondanti di
arsenico, piombo, zinco, cadmio e altri metalli pesanti, In terra, nell’aria e
nelle acque. Non da ora. Ma nessun allarme è dichiarato. Anzi, Follonica, importante
centro balneare, ha sempre avuto la bandiera blu. Malgrado sia contigua, oltre
che a Scarlino, anche a Piombino. Di inquinato
c’è solo la “terra de fuochi”, che smuova le penne, i vescovi, e gli
appalti “verdi”, teoricamente anti-inquinamento, e naturalmente non corrotti.
Scarlino da anni fa propaganda per la sue
spiagge bianche – ex soda Solvay? – vantando che siano contigue al parco naturale
di Follonica. E magari avrà anche la bandiera blu, come Follonica. Le bandiere
sono blu di ossidi.
Per non dire di Milano, la capitale verde del
mondo con l’Expo che nutre il pianeta. Milano non ha il mare, si sa, e quindi
non può avere la bandiera blu. Ma ha una darsena, che si è recentemente lustrata,
e quindi non è detto. Una blu ad honorem comunque se l’attribuisce con l’Expo, le
“città verdi” di architetto, i giardini verticali, i novemila, o novantamila,
alberi (non) piantati del maestro Abbado, e le molte chiacchiere, sempre rigorosamente
ecologiche.
Milano ha le acque più sporche del pianeta, nei
navigli e nei fiumi. Ha le falde inquinate da decenni d sversamenti dei residui
tossici di mezza Europa. Non ha collettori.
E nemmeno depuratori. Ma questo non importa: chi ha i soldi fa la realtà.
Il Sud
va indietro - chi lo dice?
“Dopo tre anni di recessione, l’economia
italiana” torna a crescere: “Ma dietro il dato economico nazionale si riscontra
una divisione regionale di lunghissima durata, che si è approfondita negli ultimi anni”. E in conclusione: “Le differenze regionali sono comuni in molti paesi, ma il caso italiano
è speciale a causa della sua longevità”. Chi l’ha scoperto, “Il Mattino”, ”La Gazzetta del Mezzogiorno”? No, l’“Economist” l’altra settimana, con data 18 maggio. Partendo dalla rilevazione che la crisi in Italia è
stata la crisi del Sud.
“In termini di prodotto interno
lordo pro capite, gli italiani a Nord sono diventati quasi due volte più ricchi
dei loro compatrioti meridionali. Mentre i settentrionali sono più ricchi dei
britannici, i meridionali sono più poveri degli sloveni – l’“Economist” compara
in una elaborato grafico il Nord e il Sud Italia con 29 paesi europei, sulla
base di quattro indicatori: produzione, occupazione, istruzione, digitalizzazione.
“La disoccupazione si aggira sul 9,5 per cento al Nord e sul 20,8 per cento al
Sud. Nell’istruzione il Nord riesce meglio dei francesi nei test matematici
Pisa, i meridionali, per contro, molto peggio dei croati. La maggior parte dell’Italia
arranca in Europa in termini di infrastrutture digitali, ma il Sud va peggio:
al Nord il 75 per cento delle famiglia ha accesso alla banda larga, al Sud solo
il 65 per cento, meno che a Cipro”.
Inevitabile il paragone
conclusivo della nota : “Negli anni 1990 la differenza tra l’Ovest e l’Est
della Germania era più ampia che tra Nord e Sud Italia, ora è minore”.
Il Sud è
pagano
Per molta pubblicistica transalpina, spiega De
Martino, “Sud e magia”, il Sud non è magico, nel senso dei maghi, ma pagano.
Che dovrebbe essere la stessa cosa ma non lo è: il Sud – il Sud Italia – è
pagano nella polemica protestante anticattolica. La Chiesa è pagana perché
corriva al Sud pagano e anzi lo fomenta – cioè al Sud si scopre, secondo gli
antipapisti, butta via la maschera.
De Martino dice che molti “studi” sono stati
fatti in proposito, e ne cita estesamente uno, di Theodor Trede, in quattro
volumi, che assicura molto dotto, praticamente su ogni aspetto della
religiosità popolare. Con l’avvertenza che la superstizione c’è ovunque, ma
nell’Italia del Sud “assume proporzioni di un gigante”, così De Martino
sintetizza Trede, “mentre in Germania si ridurrebbe a quella di un nano”.
De Martino stesso però, pur escludendo la
superstizione e la stregoneria, fa grande caso del malocchio. Sia nella prima
parte della raccolta, sulla “magia lucana”, sia nella seconda, sulla jettatura
a Napoli. Il vecchio, vecchissimo scongiuro apotropaico che sempre ha
accompagnato l’uomo nel Mediterraneo – ma anche in Africa, e probabilmente
nelle altre culture. Che non è una
superstizione ma una rete “più” complessa di stati psichici – più di quella giornalistica,
o tardo positivista. Essendo stato più volte “passato” dalla mamma, che non era
fattucchiera, contro il malocchio – l’“occhio” di olio nel’acqua – posso
testimoniarne l’effetto ricostituente. In questo senso il Sud è pagano,
d’intelligenza e volontà aperte, vigili.
Le pratiche di scongiuro prevalente sono sul
futuro (innamoramento, matrimonio, procreazione), sulla partenza (De Martino è
curiosamente sordo a questo tema, pure prevalente ai suoi anni, quando si
emigrava ancora in massa), sulla malattia.
Cattolicesimo
meridionale
De Martino ha anche un “cattolicesimo
meridionale”, contiguo alla “magia lucana”. Territorialmente è incontestabile:
nel Meridione il cattolicesimo è meridionale, la stessa Italia lo è. Ma lo
studioso intende altro: meridionale dice per superstizioso.
Tutte le pratiche canoniche (battesimo, consacrazione,
olio santo, e l’esorcismo stesso naturalmente) lo studioso delle religioni dice
esorcismi. La distanza tra la “magia lucana” e il sacrificio della messa riconosce
“immensa”, ma solo “culturale”. Mentre l’analogia più volte implicitamente
ribadisce.
Ora, De Martino era studioso delle religioni. E
meridionale. Non c’è scampo.
La mafia
dell’antimafia
Gianna Fregonara segnala con scandalo sul “Corriere
della sera” la riapertura a Reggio Calabria degli asili comunali. Come, erano stati
chiusi? E sono così pochi, appena tre? Colpa della mafia, dice la giornalista,
che ha portato alla chiusura. E anche allo scioglimento del consiglio comunale
appena eletto nel 2011, con commissariamento della città: “Dopo le proteste di
genitori e associazioni i commissari
avevano cercato di correre ai ripari, provando a rimediare all’ennesimo
schiaffo ai cittadini”. Fingendo di non sapere che i commissari sono lì per non
fare, giusto per la diaria.
I commissari sono funzionari di Prefettura.
Incapaci e incapacitati di tutto, ma felici. Specie dacché le Prefetture hanno potuto
moltiplicare gli scioglimenti comunali per mafia, senza dover dimostrare niente
– come a Reggio Calabria, dove nessuna incolpazione è seguita allo
scioglimento. Per farsi a rotazione dodici-diciotto mesi di retribuzione extra,
con uscieri e autisti a disposizione, e il potere di pagare o non pagare gli
appaltatori. Un abuso naturalmente non sanzionabile da nessuna legge
anticorruzione, e un’assurdità.
Un round per Lo Forte contro Lo Voi nella
battaglia per la Procura di Palermo, per chi ne sarà il Procuratore Capo. Il
Csm aveva scelto Lo Voi, che non si sa chi sia, giusto che è un giudice, preferendolo
a Lo Forte. Il Tar del Lazio onnipotente ha annullato la nomina del Csm. Lo Forte
invece si sa chi è, anche perché è il candidato dei giornalisti giudiziari. Nonché
per aver bloccato la Procura di Palermo per una dozzina d’anni, per condannare
Contrada (la condanna è ora cassata dalla Corte europea di giustizia) e per processare
Andreotti capomafia, un atto d’accusa di 120 pagine finito nel nulla. Fu anche
famoso in tempi remoti perché il suo capo Rocco Chinnici, quello che alta in
aria nel film “La mafia uccide solo d’estate”, lo considerava un intrigante, un
maneggione democristiano.
leuzzi@antiit.eu
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