C’è la
Turchia dietro l’Is, come forza dirompente contro l’opposizione separatista curda
al confine con l’Iran e con l’Iraq. E ci sono i principati della penisola arabica,
come forza che spazzerà via le comunità sciite loro suddite, prima che gli sciiti
li spazzino via come fecero con lo scià. Tutto questo è notorio, ma non ne
sappiamo nulla: questa è un storia di stragi e atrocità, ma anche di opinione pubblica
fuorviata.
L’Is o
Isis - doppio Is, perché ci spaventi di più? - se ne parla come di un’entità
sconosciuta. Mentre è su piazza da cinque anni. È stato a lungo vicino all’Occidente,
la punta della lancia contro Assad in
Siria. E non è un’organizzazione terroristica o di bande armate rivoluzionarie,
ma un esercito. Con carri armati e cannoni, un apparato di intelligence-propaganda,
e un apparato di reclutamento forte anche in paesi coma la Gran Bretagna, la
Francia, il Belgio, l’Olanda, indisturbato.
L’Is è
stato, e probabilmente continua a esserlo, finanziato e armato dall’Occidente.
Indirettamente, tramite i principati della penisola arabica, Arabia Saudita, Qatar,
Dubai, Oman. E armato dalla Turchia di Erdogan, da primo ministro e ora da presidente
della Repubblica.
Non c’è
dubbio su questo. Loretta Napoleoni fa sforzi per dire l’Is finanziato e armato
tramite i riscatti, e il petrolio del Curdistan iracheno. Ma non è possibile:
il petrolio non si produce da solo, vuole tecniche e procedure complesse, e
pomparlo e venderlo è anche più complicato – a quale terminale, a quale cliente,
e come farselo pagare, con montagne di biglietti? E comunque non è vero,
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