sabato 23 maggio 2015

Due o tre cose che (non) sappiamo sull'Is

C’è la Turchia dietro l’Is, come forza dirompente contro l’opposizione separatista curda al confine con l’Iran e con l’Iraq. E ci sono i principati della penisola arabica, come forza che spazzerà via le comunità sciite loro suddite, prima che gli sciiti li spazzino via come fecero con lo scià. Tutto questo è notorio, ma non ne sappiamo nulla: questa è un storia di stragi e atrocità, ma anche di opinione pubblica fuorviata.
L’Is o Isis - doppio Is, perché ci spaventi di più? - se ne parla come di un’entità sconosciuta. Mentre è su piazza da cinque anni. È stato a lungo vicino all’Occidente,  la punta della lancia contro Assad in Siria. E non è un’organizzazione terroristica o di bande armate rivoluzionarie, ma un esercito. Con carri armati e cannoni, un apparato di intelligence-propaganda, e un apparato di reclutamento forte anche in paesi coma la Gran Bretagna, la Francia, il Belgio, lOlanda, indisturbato.
L’Is è stato, e probabilmente continua a esserlo, finanziato e armato dall’Occidente. Indirettamente, tramite i principati della penisola arabica, Arabia Saudita, Qatar, Dubai, Oman. E armato dalla Turchia di Erdogan, da primo ministro e ora da presidente della Repubblica.
Non c’è dubbio su questo. Loretta Napoleoni fa sforzi per dire l’Is finanziato e armato tramite i riscatti, e il petrolio del Curdistan iracheno. Ma non è possibile: il petrolio non si produce da solo, vuole tecniche e procedure complesse, e pomparlo e venderlo è anche più complicato – a quale terminale, a quale cliente, e come farselo pagare, con montagne di biglietti? E comunque non è vero,

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