Se Renzi
a fine mese non vince in tutte le regioni ha perso. Delle due regioni di destra
prenderà sicuramente una, la Campania, ma non sarà un successo, sarebbe una
sconfitta non prendere anche il Veneto.
È
l’effetto perverso del vuoto che Renzi ha fatto attorno a sé. A causa della
debolezza degli altri, Alfano, Berlusconi, Bersani, Civati, Cuperlo, Grillo in
ordine alfabetico. Ma l’effetto è su di lui. Che si presenta nell’unica veste
del vincitore senza prigionieri.
Una
riproduzione, se si vuole, di Berlusconi e di Grillo. Che però non sono al
governo. E Berlusconi, quando c’è stato, ha fallito al contrario, per i troppi
compromessi. Mentre è vano attaccarsi al plebiscitarismo, o all’effetto
immagine, che sarebbero il modo politico del tempo. Le battute e le comparsate
si raffreddano presto, e hanno effetto boomerang sul voto, che è sempre riflessivo
– le audiences servono la pubblicità,
non segnano il voto. Di più i tweet sprezzanti.
Il
partito Renzi ha già di plastica, prima ancora della cura Italicum
antiormonale. Come quelli di Berlusconi e di Grillo, sì, ma con una differenza:
Berlusconi ha calamitato il voto moderato, da sempre in attesa di patronaggio
(riconoscimento), Grillo ha capitalizzato la crisi e la protesta, anche generazionale.
Renzi vuole i “riformatori”, una categoria vuota.
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