Il Sud incatenato ai resti, a
persistenze inerti. Già all’epoca, 1958. Una lettura divertente, non fosse per
la seriosità cui l’illustre storico delle religioni ambisce – Umberto
Galimberti nella presentazione a questa Universale Feltrinelli ne fa il
depositario della “essenza della funzione del magico”, più e meglio di Mauss e
Lévy-Bruhl. Un ricerca sulla fascinazione nella “magia lucana”, svolta tra 1950
e il 1957, in molti paesi dell’area apulo-lucana, corredata dalle foto molto “creative”
di Ando Gilardi, André Martin e Franco Pinna. E una dissertazione sulla
jettatura a Napoli. Prodrome dello studio più famoso, sul tarantismo a Galatina
di Lecce, qui anticipato in appendce. Nel quadro della “non storia del Sud” –
nel mentre che Pontieri, Placanica, Rosario Villari, Galasso la rinnovavano. Tutte
cose remote, un po’ assurde anche per l’epoca.
De Martino ne ha il sospetto, che nell’introduzione
dice il confine labile tra “magia” e “razionalità”. E del “materiale relativo
alla «magia lucana»”: “In generale il folklore religioso come coacervo di
relitti disgregati che l’analisi etnografica astrae dal plesso vivente di una
determinata società non è, nel suo isolamento, storicizzabile” – nell’isolamento
cioè in cui la mette lo studioso. Ma la fascinazione non traccia negli stati
psichici – il “malo vento” della “magia lucana”- che sono il suo luogo, anche
morbosi. Privilegiando invece come modi interpretativi l’esorcismo, la religione
(diavoleria), la superstizione, e come luogo fisico il Sud. Mentre il formulario
della fascinazione che censisce non ha nulla di esoterico o cabbalistico: sono
filastrocche, in italiano dialettizzato, quindi recenziori e imitative. La
jettatura nobilita con scritti “curiosi” tardosettecenteschi – che Dumas si
approprierà nel “Corricolo”, il romando napoletano del 1840 – dicendoli di elevata
qualità illuministica, insomma filosofica. Tali da comportare “la
trasformazione della fascinazione”, dapprima a Napoli, e poi “da Napoli nel
resto d’Europa”. Dove?
Per la “non storia” De Martino si
appoggia a Croce. Che la storia del regno di Napoli diceva “ingrata”, ma è uno
che si è divertito a rifarla in molteplici aspetti, compresi i teatri.
Un reliquato, dei tempi delle magnifiche
sorti e progressive – di buona volontà?
Ernesto De Martino, Sud e magia, Feltrinelli, pp. 205 € 8
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