Nessuna filosofia è riuscita a fare i
conti col corpo, troppo ingombrante. Michela Marzano si accontenta di questa
conclusione. Repertoria quanto si è detto, da Platone a Nietzsche, anzi a
Husserl e a Merleau-Ponty. Con assenza vistose: la patristica, l’ascetismo,
Foucault. Con poca malattia, anche. L’attenzione concentrando sulla contemporaneità:
Gibson, Cronenberg e la vita elettronica, il loro predecessore barone d’Holbach,
i lifting e i trapianti sullo stesso piano, della testa incluso, Orlan transmedia
e femminista, le SS, Sade, Judith Butler e il transgender.
Il più resta da indagare. Marzano, che ha insegnato a Parigi prima di farsi deputata di Letta, ha una
lunga bibliografia in materia, ma non si avventura. Da questa piccola summa dispensa
perfino i sensi e la sensualità. Se non per rilevarne l’assenza: “Questo campo
è stato lungamente trascurato dai filosofi”. E fermarsi a Freud, al sesso. A un
certo tipo di sesso, perché “la sessualità è un luogo di paradossi” – bisognerà
rivalutare il paradosso?
Michela Marzano, La filosofia del corpo, il Nuovo Melangolo, pp. 108 € 13
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