Il “Piccolo salmo del mattino” è un
programma accattivante: “La mia mente
pensa alla mia mente.\ La mia storia mi è estranea.\ Il mio nome mi stupisce e
il mio corpo è idea.\ Ciò che sono stato è insieme a tutti gli altri.\ E io non
sono neanche ciò che sarò”. L’attacco è ambizioso: dare colore al “più del
99%” della “sostanza mentale” che è “costituito da immagini e impressioni senza
valore” – anche perché “le concessioni inusuali, i pensieri nuovi e singolari traggono
tutto il loro valore da questo fondo volgare che li fa risaltare”. Ma solo il progetto
è eversivo, i “cattivi pensieri” si ordinano più concettosi, se possibile, che
nelle altre raccolte di Valéry, “Alfabeto”, “Tel Quel”, “Varietà”, e ora i
“Quaderni”. Sempre rapsodici, occasionali, come compagni di strada, ma “pensare
altrimenti” è purtroppo vezzo comune non appropriabile.
È un libro d’autore, del poeta pensatore,
che insopprimibile ha il bisogno di riflettere. Ce n’è del resto per molte
passeggiate mentali indipendenti. In forma prevalentemente di aforisma. Talvolta
a prima vista contestabile: “La donna è nemica dello spirito, sia che doni sia
che rifiuti l’amore”. Ma forse, benché scorretto, no: “Nemica naturale e
necessaria” è la donna dello spirito; “anzi, la migliore nemica dello spirito”.
E c’è un perché: “L’anima è la donna del corpo” – anche se, forse, troppo sottile. La misoginia però c’è,
non dichiarata. E la solitudine: mai un riferimento, sia pure di censura, un
nome, un’eco. “Non si riesce a
immaginare a che cosa potrebbe pensare un dio”, anche questo è vero. Disuguale,
questo sì – le raccolte, quando non sono selettive, stancano.
Paul Valéry, Cattivi pensieri, Adelphi, pp. 215 € 12
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