Una
sentenza della Corte Costituzionale annulla l’abolizione della rivalutazione
delle pensioni al costo della vita. Il governo fa sapere di essere “all’opera
per evitarne gli effetti”. Non sembrerebbe possibile, che un governo sia all’opera
per vanificare le sentenze della Corte Costituzionale, ma quello di Renzi sì.
Il
sottosegretario Zanetti minaccia anzi un’azione contro la contingenza alle
pensioni, che dice “immorale”. Un’azione che dice “francescana”. Uno che sta lì
non si sa perché. Perché in quota a Monti? Questi professori non finiscono di
fare danni. Zanetti, poi, non è neanche professore.
Quanto è
francescano, morale, uno Zanetti sottosegretario? Un commercialista che s’industria
di non applicare le sentenze della
Corte Costituzionale.
Gabrielli, dacché l’hanno fatto prefetto di
Roma, imperversa. L’ultima sua, o penultima, è una minaccia: “Requisirò i conventi”.
Sottinteso: per i clandestini. Mentre da uomo di sacrestia quale è intende:
utilizziamo i conventi vuoti, mettiamo a reddito queste enormi costruzioni
dacché le vocazioni sono rare, veniamo incontro agli ordini religiosi e al
vicariato.
Il prefetto Gabrielli tace la verità della cosa
non per ipocrisia: questa è la realtà di oggi, del giusto e dell’ingiusto, dell’onestà
e della corruzione. La legge è fatta dall’ “eterno” partito del potere: non ci
sono più né contropoteri né informazione, il potente ha ragione, deve solo
dirla.
Il calciatore De Sciglio è punito con un rigore
e l’espulsione a 40 secondi di partita: record mondiale e dotti commenti sulla necessità di un simile provvedimento. Due giorni dopo l’arbitro
inglese Atkinson non solo non espelle il madridista Carvajal, contro il quale ha
fischiato un rigore per fallo da ultimo uomo a un metro dalla porta, ma non lo
ammonisce nemmeno. Silenzio.
L’arbitro del record è Mazzoleni. Bisognerà
ricordarsene quando si daranno le medaglie alla resistenza a Berlusconi – De Sciglio
gioca per la squadra di Berlusconi.
Torme di sciacalli sulle spoglie dell’“Unità”.
Non un briciolo di generosità. Nemmeno di intelligenza pratica, su come
condurre in porto un fallimento commerciale, risolvere il contenzioso, limitare
i danni. Nella disattenzione dei fedeli, ancora ieri osannanti.
La foto
ritrae Benigni di spalle mentre celebra Dante al Senato, e di fronte un pannello
di autorità su tre livelli, quindici facce. Distinte ma indistinguibili, del
tipo sovietico – poco rassicuranti. Tanto più da apprezzare Benigni, che non si
è fatto smontare.
Il papa
indice il giubileo, il sindaco di Roma Marino chiede un miliardo. Nessuna
misericordia – tema del giubileo?
Sono
commoventi i partitini costole di Berlusconi, Azione Civica, Ncd, casiniani,
che si sacrificano per Renzi. È un atto di generosità pura, perché Renzi non
gli garantirà l’elezione: è come cancellarsi dal Parlamento.
O non
sarà per un impiego più stabile? Bisogna tenerli d’occhio, alfaniani, montiani,
casiniani.
Pagnoncelli
dà i numeri: “Scuola, sì alla riforma. Ma il 75 per cento non la conosce”. Per
non irritare Renzi?
Il lusso
è il mercato del millennio. Capgemini lo calcola in 1.300 miliardi di euro nel
2014, alimentato da 400 milioni di consumatori.
Forse
c’è un errore, ognuno di questi spenderebbe tremila euro o poco più. Però
l’idea del lusso c’è.
Sono 14
milioni le persone nel mondo con un patrimonio netto, esclusa la residenza, di
un milione di dollari. Due quinti di queste fortune sono state create tra il 2009
e il 2014, nella crisi.
Viene un
Mr. Bee, affarista thailandese, interessato a gestire alcuni servizi per il
Milan, e Milano subito lo battezza “magnate”. Il senso della parola è di
grandezza, di munificenza anzi. Ma si può anche intendere un profittatore, è
vero.
Sei
fotografi, compreso quello che scatta la foto, attorniano due back bloc che
bastonano un poliziotto a terra, alla manifestazione di Milano. È giusto
lasciare che qualcuno uccida un altro, per poterlo fotografare? Un “problema
morale” che Kant non si poteva porre, all’epoca non c’era la fotografia.
Il
direttore del “Corriere della sera”, nientedimeno, viene licenziato. Non ci dicono perché, e nessuno
lo chiede.
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