Si dà un
obiettivo minimo, per poi poter dire che comunque ha vinto. Così, se
l’incredibile De Luca dovesse strappare la Campania, dirà: abbiamo stravinto. O
se Paita perde in Liguria contro l’incredibile Toti, potrà dire: colpa delle
divisioni interne. Lo fa anche per
scongiuro – per scongiurare l’assenteismo: come pressione sugli elettori Pd
tentati dal non voto.
Ma per
una volta Renzi ha perso la baldanza. Vincerà contro una destra asfittica,
divisa, litigiosa. Potrebbe cioè vincere con pochissimi voti. E può anche
perdere - in bilico, oltre la Campania e la Liguria, è anche l’Umbria, mentre
nelle Marche vincerà il presidente uscente, che è vecchio Pd ma ora capeggia la
destra. Vincerà magari 7-0, come prometteva, il voto è imprevedibile, e
l’astensione deciderà le partite aperte. Ma Renzi sa di avere buggerato sei
milioni di pensionati. E si è accorto, non da ora, che le belle donne vanno
bene per i ministeri ma non per la lotta politica. E che il sinistra-destra (il
vecchio trasformismo) applicato alle liste elettorali può indebolirlo – c’è
molta gente di sinistra nel Pd (un conto è il voto d’opinione, un altro sono le
candidature).
Renzi
riparte dunque da quattro regioni, come questo blog ipotizzava una settimana fa
per dire che potrebbe perdere le elezioni di domenica. Lui riprende il titolo,
ma per ribaltarne il senso: sa “fare” le notizie, non è una novità. La novità è
che lunedì prossimo la scena politica sarà nuovamente mutata.
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