Atletismo – In una col
giovanilismo o rottamazione, è il segno del tempo. Per la fitness dilagante e per la vita ordinaria. C’è sempre un canone a
cui adeguarsi, e questo è naturalmente regolare, proporzionato. Non solo la
forma (aspetto), anche il modo di relazionarsi dev’essere proporzionato:
diretto, scattante, semplice. E senza residui. Non ha più titolo la
riflessione, l’esperienza (saggezza), la lentezza.
Per questo la politica è in bassa fortuna? Aggrovigliata –
filosofia che si diletta di parerga.
Cinema – È parte del
linguaggio comunicativo invece che visivo – delle belle arti. È forma composita
ma indubbiamente narrativa e argomentativa - prosastica e poetica - benché
proceda per immagini e anzi effetti di luce. E temporale, scandita dal tempo. È
l’articolazione linguistica della luce.
Corpo – Resta immerso,
malgrado il freudismo e il pansessualismo, o a causa di esso, nella esecrazione
pitagorica. Dell’ascesi come paradigma umano. È un danno? Sì, all’ingrosso e
all’analisi.
La malattia ne certifica l’autonomia: un perturbante, che resta,
malgrado i progressi, indomabile. Non è prevenibile. E comunque resta più
forte, insidiosa. Anche quella psichica, che è comunque chimica.
Globalizzazione – Funziona e anzi
fa tendenza nelle arti, è esile a trascurabile sulla pagina: zero in filosofia,
poco più (meno?) di zero in romanzi e versi. L’indistinto, detto anche fusion, sembra privilegiato nel segno
ideografico – modelli, forme, superfici, colori. O lo privilegia – è già
distinta la corsa al non memorabile, le tendenze mutano con gli anni, e anzi
con i mesi, il nome di ieri è già trascurabile. Il linguaggio articolato (parlato,
scritto) sulla pagina, al teatro e al cinema, è invece refrattario – i suoi
best-seller si dimenticano mentre si leggono. Anche perché lettura e scrittura
fanno parte dello stesso impulso alla velocità che caratterizza la
globalizzazione. Ma sia la lettura che la scrittura sono resilienti, e anzi
possessive: se non si appropriano, di una qualche forma di interesse,
attenzione, memoria, non si appagano.
Misticismo
– È il
regno-segno della volontà assoluta, assorbente. Se la volontà progetta di annullarsi,
e vigila ferrea. Una volontà devastante, il suo fine essendo l’annullamento di
sé. Non un suicidio, che è la resa e l’abbandono, ma l’impresa. Per un fine
certamente nobile, dimettersi da creatura per dissolversi in Dio, ma di ferma
determinazione.
Paradosso
– La
mossa del cavallo del pensiero. La manovra diversiva dell’arte militare. Un
pensiero ninja. Non proprio avulso e
anzi sempre to the point, ma
irregolare e imprevisto.
Queer – La teoria queer della sessualità e del corpo e – a
breve giro di posta – la teoria contro-queer,
della sessualità imposta o colpevole e non naturale, è tutta femminile. Judith
Butler, con Teresa De Laurentiis, Monique Wittig e altre, contro Sheila Jeffrey
e altre.
È tema (problema) femminile o femminista, di un
genere o una politica? Sovversiva, ma di distruzione o costruzione?
Wittig, Preciado, Boursier promuovono la
prostituzione, la pornografia e la macerazione fisica (il sadomaso, in antico
il cilicio e altre pratiche analoghe) come pratiche di desublimazione del
sesso, mentre ne sono la obliterazione.
Segreto – È strumentale. Non è la
menzogna, o una non-verità, ma un modo di porsi di una verità.
Koyré (“Riflessioni sulla menzogna politica”)
distingue le società segrete dalle “società di segreti” – la “società”
hitleriana degli anni 1920. È un primo passo verso la verità del segreto – la verità
operativa, poiché il segreto è strumentale. La carboneria, le Br, Al Qaeda, l’Is
sono strutture segrete ma dichiarate, perfino esibizioniste. Le massonerie sono
un segreto ostentato, con sedi, simboli e cerimonie, ma a fini non dichiarati -
quella di Hitler è stata a lungo tipicamente una.
Ma fare le parti è esercizio fine. Koyré spazientito
attribuisce “l’impulso al segreto” (menzogna, criptico) su basi etniche e di
mentalità:. “Citiamo a caso l’impulso alla menzogna del giovane spartano o del
giovane indiano; la mentalità del marrano o del gesuita”. E non a “società (mentalità)
di segreti” ma a attitudini e gruppi
piuttosto resistenziali, di lotta. Li cita a caso?
Sesso – La fobia del sesso, clericale, beghina, è
analoga al macchinismo di La Mettrie: entrambi prescindono dalla volontà e
l’intelligenza. La hantise del
rapporto carnale è un riflesso condizionato più che culturale o indotto.
Suicidio
– Quello
pubblico, di Catone e della libertà
romana, o della elefantessa in cattività allo zoo di Roma, è poco
artistico, rileva Corrado Alvaro (“Il mammismo”, in “Il nostro tempo e la
speranza”): “Il dramma di Catone che si uccide per la libertà perduta è il solo suicidio che percuota di reverenza
l’antichità e i teologi stessi e Dante.
Ma suscitò sempre mediocri opere d’arte, mediocri tragedie, e solo qualche buon elogio accademico. È la
vita che suscita il dramma, è la sopravvivenza agli orrori, ai lutti e alle
catastrofi. Anche al colmo della disperazione, il dramma antico non conosce il
suicidio, come non lo conoscono, in genere, le belve”.
Tempo - Si può dire fermo delle
società primitive - o antiche, come è ora d’uso chiamarle. Stabile e
ripetitivo. Mentre è svanito nel mondo della velocità: non moltiplicato ma
cancellato – sogni e desideri, lo spettro lungo del processo
volitivo-cognitivo, dell’impossessamento della realtà, non hanno tempo di definirsi (realizzarsi,
spegnersi, rigenererarsi). Gli subentra l’inquietudine: non passato né
presente, un tempo in sofferenza.
Transgender – È il no gender. L’esito è la cancellazione del genere, non la
moltiplicazione. Sarà un esito di libertà, ma allora di libertà come privazione
– come tagliarseli.
zeulig@antiit.eu
Nessun commento:
Posta un commento