Il
Comune di Roma ha raddoppiato l’addizionale locale Irpef, dallo 0,5 allo 0,9
per cento, ed è in rosso. Roma paga mediamente, in cifra, più di Milano, che ha
un reddito (quasi) doppio.
Il ticket sulla ricetta è passato a Roma da 1 a
3-4-5 euro. Quasi come il costo di molte medicine.
Ciò almeno un anno fa: il paziente (“utente”)
l’ha scoperto da solo, pagando, nessuna comunicazione è stata data. Ma il
problema non è la stampa romana. È che, a un anno dai superticket la Sanita del
Lazio continua a essere in profondo rosso – senza che, naturalmente, la stampa
romana se ne avveda.
Molti medicinali sono stati declassati a
parafarmaci, per non rientrare nel SSN, a .extra.
Il federalismo fiscale si è tradotto nella
moltiplicazione per tre volte del prelievo degli enti locali. In aggiunta al
carico fiscale nazionale, immutato e anzi accresciuto. Riportando la lancetta
indietro di ventitré anni, a prima dell’Infausta Isi o Ici, il carico fiscale
locale (comunale e regionale) si è quintuplicato.
Nel paese che ha il record mondiale di
automobili, telefoni e case pro capite,
e quello europeo della “ricchezza”, doppiando la Germania, seconda in
graduatoria, e di supercar, dietro la Germania (che però le produce), solo la
metà della popolazione paga l’Irpef. Che sperequazione.
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