La
destra si supera, ancora una volta: fatte le somme, ha vinto Salvini, ma ha vinto,
malgrado Salvini, tutta la destra. Oltre che in Veneto e in Liguria, ha vinto
in Campania – De Luca è passato con i voti dei caporioni di destra Barbato e De
Mita. E avrebbe potuto vincere in Puglia e perfino in Umbria.
Non ha
vinto perché è divisa e litigiosa, ma avrebbe potuto. Che sia divisa e
litigiosa è sotto gli occhi di tutti: capi e capetti pullulano che soprattutto
si fanno la guerra tra di loro? L’elettorato malgrado tutto li vota, ma è
disorientato. Perché i capetti litigano? La risposta va cercata nel modo come
la destra ha fatto outing, e subito
poi si è divisa – non il popolo di destra, i suoi politici.
Si sta
parlando di casiniani, alfaniani, fittiani, anche montiani, finiani e altri
pezzi del Msi. Gente senza voti, ma abbastanza, l’1-2 per cento, per nuocere L’altra caratteristica comune dei politici della
destra è che sono stati tutti berlusconiani.
Berlusconi
è sempre in campo, malgrado l’età e la condanna, e sempre riesce a mobilitare e
raccogliere voti. Si ritiene e si dice indispensabile. Ma è il motivatore e il collettore
o non il tappo di questa destra? Senza dubbio è il tappo.
Non solo
Berlusconi è stato stravotato in un paio di votazioni, anzi tre, e non ha
combinato nulla – non un’idea forte, seppure non vincente: il debito, il
lavoro, l’industria, anche solo l’immagine, nemmeno gli affari. Un prodigio di
inefficienza. Che si estende ai politici da lui imposti: un gruppo dirigente di
inetti e anche sciocchi. Tolta qualche donna, da lui peraltro selezionata per
l’avvenenza, senza fiducia.
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