giovedì 18 giugno 2015

La Francia, i socialisti e gli immigrati

Non è la prima volta che i socialisti al governo in Francia si fanno ostili e un po’ robusti contro gli immigrati. Successe già col Fronte Popolare, nel 1936, allora contro gli italiani – peggio andrà, sul finire dell’esperienza del Fronte Popolare nel 1938, con i profughi spagnoli, in fuga da Franco. Ciò aviene a prescindere dalle situazioni storiche, di fatto: avviene per un fatto umorale.
Ora, forse, la Francia non ha bisogno di più immigrazione. Ha un mercato del lavoro fluido, con una demografia robusta, anche per virtù dell’immigrazione africana e caraibica di seconda e terza generazione. Allora veniva invece da una lunga depressione demografica, e ne aveva bisogno. No, è un riflesso condizionato, istintuale.
Ciò operò avviene contro certi immigrati e non contro altri. E contro certi paesi. L’ipotetico Hollande alla presidenza all’epoca non avrebbe osato rimandare indietro l’“idraulico polacco” in fuga che la Germania nel bisogno accoglieva. E infatti la Francia non lo ha rimandato indietro.
C’è modo e modo, comunque, e questo non è dettato dalla paura irrazionale. Dal riflesso condizionato sì. Nessun gendarme francese avrebbe rimandato indietro un eritreo o un siriano che fosse riuscito ad attraversare Muscolari sì, ma con juicio

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