venerdì 19 giugno 2015

La penisola come un’isola

E.F.Benson, prolifico scrittore inglese del primo Novecento, tornando in Italia all’inizio del suo “Up and down”, maggio del 1914, prova la strana sensazione, che non sa spiegarsi, sbucando in treno dai tunnel alpini, di “essere arrivato a casa”.
Robert Byron nel suo primo libro, dieci anni dopo, “L’Europa vista dal parabrezza”, dice la stessa cosa, che anche lui non sa spiegarsi: “L’idea che l’Italia ci appartenga, come per diritto di nascita, allo steso modo come le grandi opere d’arte sono patrimonio della civiltà, è solo una convinzione comune ai popoli di tutte le nazioni, o c’è piuttosto qualche similitudine tra l’isola e la penisola?”, tra la Gran Bretagna e l’Italia: “Non proprio una somiglianza, ma un’affinità magari dovuta alla loro netta distinzione rispetto al resto dell’Europa? È possibile si tratti di una qualità troppo elusiva per riuscire a definirla” E aggiunge: “In Francia, le località turistiche si anglicizzano. In Italia i visitatori si italianizzano”.
L’Italia “tagliata” dalle Alpi, marginale all’Europa seppure ne sia all’origine, perché non pensarci?

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