lunedì 8 giugno 2015

Le due sovranità europee

La decisione della Consulta sulle pensioni, che prescinde dai vincoli europei, e la risposta del governo, di mantenere la questione entro quei vincoli, delineano due diverse concezioni della sovranità all’interno dell’Unione Europea. Una la considera residuale, sottoposta cioè all’imperio dell’Unione, l’altra considera residuale l’Unione.
Di questa seconda posizione è alfiere la Corte costituzionale tedesca. Che ha sempre operato nell’ottica di adattare il diritto europeo al testo costituzionale della Repubblica federale. Non nel senso di rifiutarlo, ma di conformarlo al testo fondamentale della Germania. Della prima posizione è sempre stata capofila, per così dire, proprio l’Italia. Nelle parole di Sabino Cassese, ex giudice costituzionale, del suo recente “Dentro la Corte”: “La giurisprudenza italiana, specialmente negli ultimi anni, ha ribadito ed esteso i vincoli che derivano dal diritto europeo per il diritto italiano”.
La decisione della Consulta è l’avvio di un ribaltamento anche in Italia del concetto di sovranità nazionale  subordinata al vincolo europeo? La lettura corrente - a cui lo steso presidente pro tempore della Consulta, Criscuolo, ha dato credibilità - è che la decisone sulle pensioni è stata una sciatteria, poco considerata. L’Italia istituzionale continua a ritenersi cancellata nell’Unione Europea.
Le due differenti concezioni della sovranità, la “tedesca”, per semplificare, e l’“italiana”, riflettono anche un diverso modo di stare dentro l’Unione Europea. La concezione “italiana” è come un’abdicazione di principio, per professione di europeismo, quella “tedesca” una considerazione delle fattispecie  caso per caso.

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