domenica 14 giugno 2015

La povertà delle Regioni, di spirito

Si sospettava, si teorizzava, si sapeva, che l’ordinamento regionale avrebbe accresciuto gli squilibri regionali stessi, i virtuosi facendo più virtuosi, comunque  più ricchi, i meno favoriti più sfavoriti. Ma il bilancio non è così equilibrato: è molto peggiore. Soprattutto dopo la devolution leghista del 2001. Dacché la sanità, l’energia e altri importanti settori sono stati devoluti alle Regioni.
Non ci sono praticamente amministrazioni regionali virtuose. Quella che si pretende più virtuosa, la Toscana, ha avuto il governatore uscente riconfermato plebiscitariamente malgrado un buco provocato e avallato alla Asl di Massa di ben 400 milioni – rifiutando peraltro, nella sua ipervirtuosa sanità, le cure più costose agli ultraottantenni, al coperto della polemica contro l’accanimento terapeutico.
Buccini, cronista di razza e non non d’assalto, fa una galleria delle insufficienze con gli stessi protagonisti, Bassolino, Formigoni, Galan, Vendola, Crocetta, Marrazzo, Scopelliti, Cota, Marrazzo, tutti o quasi tutti finiti in tribunale. Per dire, tirando le somme, che il decentramento ha annegato e non selezionato  una classe politica, una classe dirigente. Non ha bisogno di dare un giudizio: il linguaggio dei suoi interlocutori parla per se stesso – riportando la politica alle parole e ai fatti, senza il magnetismo dell’immagine tv, specie nei curatissimi palcoscenici dei talk-show, se ne vede immediato lo stato miserando.
Goffredo Buccini, Governatori. Così le Regioni hanno devastato l’Italia, Marsilio, pp.332 € 18

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