sabato 13 giugno 2015

Secondi pensieri - 220

zeulig

Amicizia –Aristotele – e poi Cicerone – dice l’amico un “alter idem”, l’Altro con cui c’è identificazione, totale o per qualche aspetto. Nel presupposto di un’identità – l’amicizia non è per la debolezza di spirito.

Amore – Da Platone a Petrarca, con tutto il Medio Evo, alto e basso,  trasforma l’amante nell’amato. Petrarca, “Secretum” III, dice che lo trasforma  “in amatos mores”, se non proprio nella persona: nei suoi attributi e modi di essere. Negli amori eterosessuali, dunque, il maschio si fa un po’ femmina, e viceversa.

Architettura – Ha – senza saperlo – le stesse proprietà di insight riflessione, sintesi) della filosofia. Come la musica forse, “musica pietrificata” la voleva Schelling, ma con maggiore proprietà di linguaggio, meno esoterico.  

Dio – Non è molto amichevole nella tradizione greca. È anzi un nemico, iroso, rancoroso, avido anche, nelle sue molteplici incarnazioni, e inaffidabile (spergiuro, falso, furbo), a cui bisogna pagare dei tributi, un vassallaggio. Senza peraltro obblighi di fede. Giusto per molcirlo. Se non, più spesso, come un pensiero molesto di cui liberarsi fingendosi devoti, con offerte, promesse, gesta. Una divinità di cui resta forte l’imprintig nello scongiuro, la pratica apotropaico così diffusa e persistente, cognita e involontaria.
Peggio nella tradizione ebraica, o biblica: Dio coagula troppi nodi impervi per parlarne.

La morte di Dio è un “crimine contro l’umanità”, arriva a dire Derrida. Senza dirlo – senza argomentarlo, soffermarvisi, elaborare – ma convinto e convintamente. Lo è nella concezione cristiana: “Il crimine contro l’umanità è un crimine contro ciò che c’è di più sacro nel vivente, e dunque già contro il divino nell’uomo, in Dio-fatto-uomo,  o l’uomo-fatto-Dio-da-Dio (la morte dell’uomo e la morte di Dio rivelerebbero qui lo steso crimine)”.
Nella concezione cristiana, aggiunge Derrida, Nietzsche compreso: era il suo rovello rimosso - o ineliminabile, che è la stessa cosa, a ripensarci, sotto la gioia rumorosa del creatore Zarathustra.

Madre – È sempre più paterna. Correttrice, madre Coraggio. Nelle cronache sembra una novità rivoluzionaria: in America la madre che schiaffeggia il figlio immischiato nelle proteste di piazza, a Roma la madre rom che invita incessante i figli pirati della strada a consegnarsi (sconto di pena), a dire alla guida il minore (altro sconto di pena), e infine ne organizza la cattura.
Ma è un “ritorno” per l’opinione pubblica, cioè per la borghesia. La madre era domina in antico, e lo è sempre stata nella working class, in campagna e in città, seppure a costo di fatiche. Il maschio confinando alla rappresentanza (mercato, comunità) e alla procreazione. Maschile è il “ruolo”. A lungo codificato, certo, nelle cosiddette “posizioni di potere”, ma antropologicamente marginale.

È sempre più scopertamente mater matuta, l’antica divinità italica dell’aurora, della vita cioè alla nascita e delle cose del mondo. Una che ne assomma tutte le funzioni è la “SamCam” dei giornali popolari inglesi, Samantha Cameron, la moglie del primo ministro. Che è “tutto”, e avrebbe dovuto governare lei in prima persona, invece del marito David, da lei “costruito” e poi regolato in ogni aspetto. Insieme madre di famiglia e casalinga, nobile di antico lignaggio, impegnata sul sociale e aperta a tute le cause civili. Conservatrice cioè e laburista. E tempista in ogni scelto, che il marito condivide.

Mondialatinizzazione - È neologismo ripetutamente proposto da Jacques Derrida, soprattutto nei seminari e i saggi sulla religione e il perdono. Per significare l’adeguamento di tutto il mondo alla civiltà giuridica latina, seppure in salsa anglosassone.
Trattando ripetutamente del perdono, che all’epoca, fine Novecento, imperversava nel galateo degli Stati,  Derrida finiva per collegarlo da ultimo (nel saggio-intervista con Michel Wieviorka, “Le Siècle et le Pardon”, su “Le Monde des Débats” del 9 dicembre 1999, più che nel libro-conferenza “Perdono”) alla “vecchia nozione” dei “crimini contro l’umanità”. Nozione radicata nella “tradizione abramitica”, e più nel cattolicesimo. È un crimine, argomenta Derrida, che si basa sulla “sacralità dell’uomo”. Questa sacralità “trova un senso nella memoria abramica delle religione del Libro e in un’interpretazione ebraica, ma soprattutto cristiana, del «prossimo» e del «simile». Di conseguenza, “se il crimine contro l’umanità è un crimine contro ciò che c’è di più sacro nel vivente, e dunque già contro il divino nell’uomo, in Dio-fatto-uomo,  o l’uomo-fatto-Dio-da-Dio (la morte dell’uomo e la morte di Dio rivelerebbero qui lo stesso lo steso crimine), allora la «mondializzazione» del perdono somiglia a un’immensa scena di confessione in corso, dunque a una convulsione-conversione-connessione virtualmente cristiana, un processo di cristianizzazione che non ha più bisogno della Chiesa cristiana”.
Questa mondialatinizzazione, aggiunge Derrida in ipotesi, si impone perché contigua agli interessi, “come sempre nel campo politico”. Derrida è già giunto alla conclusione che il vero perdono non può essere che disinteressato. anche da interessi spirituali  sociali. È una tecnica, si potrebbe dire. Anche una forma di ipocrisia? Derrida non trova altre ragioni, “se un linguaggio che incrocia e accumula in sé possenti tradizioni (la cultura «abramica» e quella di un umanesimo filosofico, più precisamente di un cosmopolitismo nato esso stesso da un impianto di stoicismo e di cristianesimo paolino) s’impone a culture che non sono all’origine né europee né «bibliche»”.

Nomadismo – È anch’esso materno. È invalso considerarlo maschile, fenomeno storico legato al patriarcato: poliandria, cavallo, anche dopo la ruota con il carro, esposizione delle femmine. Alla caratteriologia delle distinzioni di Bachofen tra patriarcato e matriarcato. Mentre è femminile per esempio in Africa, del Nord e del sud del Sahara – questa  supposta sede del matriarcato sedentario. È così nella cronaca, nelle migrazioni attraverso il Mediterraneo, di madri, mogli, figlie – nonché nelle migrazioni femminili di massa dall’Est Europa, sempre di mogli e madri, o tra i rom.

zeulig@antiit.eu

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