mercoledì 17 giugno 2015

Stupidario greco-germanico

Se Schaüble caccia la Grecia dall’euro, come lo chiameremo poi, bavarese?
E l’Europa? Belvedere?

Ma non doveva la Germania essere la nuova Grecia? Come diceva Goethe, che un po’ se ne era stufato – e non aveva letto Heidegger - “Faust”, II, 7742-3: “È una vecchia storia, dallo Harz all’Ellade tutti cugini”.

La Grecia diventerà poi tedesca grazie a un sacco di gente di spirito, Hölderlin, Hegel, Winckelmann, e poi Nietzsche e Freud, e Heidegger.  Ma nessuno c’era andato. Neppure Winckelmann, che il bello greco divisò: preferì farsi infrociare a Trieste. Heidegger solo da ultimo, in modeste vacanze tutto incluso, nelle quali cercare l’“elemento greco originario”. Karl Otfried Müller, che nel 1824 creò i dori, ci andò per morire, troppo tardi. Nietzsche ne fu attratto, ma non gli sfuggì che l’esametro greco è diverso dal tedesco, e soffriva il mal di mare.
E tutto l’indogermanesimo ariano? L’università di Gottinga ci ha lavorato due secoli per metterlo a punto.
Esito primario di Gottinga è la bufala dei dori, che nel 1800 a.C. crearono la civiltà greca, o occidentale, cioè la civiltà, per essere “ariani”, parenti dei germani. Come questi infatti amavano i cori.
In effetti, non c’è un prima e un dopo: è la stessa intelligenza.

E tutti quei re e principi forniti alla Grecia per l’indipendenza? Merkel punisce la Grecia, si può dire senza sbagliare, per aver cacciato coi colonnelli il suo ultimo re, Costantino, re tedesco. Ma anche, anche questo senza dubbio, come innesco alla recessione del Sud Europa, da cui tanti benefici la Germania ha tratto.

Il 18 ottobre 2010, sul lungomare di Deauville, Angela Merkel impose a Sarkozy, quindi alla Ue, il principio che “gli Stati possono fallire” - la Grecia (ma non solo). Era la ricetta Ackermann, l’allora capo della Deutsche Bank: non ristrutturare il debito (allungare le scadenze, tagliare gli interessi) ma farlo pagare con l’austerità, anche cruenta. A questo fine limitando gli aiuti Ue.
Il capo della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet, francese, reagì furioso: “Non vi rendete conto di cosa provocate”. Ma il suo capo, lo statista emerito Sarkozy, lo mise a tacere.
Ackermann fu poi allontanato dagli azionisti Deutsche Bank per indegnità. E la Deutsche Bank è ora minacciata d’insolvenza per i troppi trucchi. Che lezione trarne?

Il 27 novembre 2010 l’Ue salvò l’Irlanda dalla bancarotta, con un prestito gratuito di 85 miliardi, di cui 35 per le banche e 50 per alleviare il debito. Un anno prima la Grecia, che chiedeva 30 miliardi contro la speculazione sul debito, non li aveva ottenuti, la Germania s’era opposta.
L’Ue tentò in vari modi di sostenere la Grecia contro la speculazione, ma sempre la Germania s’oppose. Eccetto che per 15 miliardi, troppo poco, troppo tardi. Molto sempre criticando i greci, imputati d’indolenza meridionale e mediterranea, nonché del vizio di sbafare a spese del contribuente tedesco. I greci, che lavorano tutto l’inverno ad abbellire le case per le vacanze dei tedeschi, a cui locarle a prezzo modico. I greci si dimezzarono i salari e le pensioni ma non bastò: per la Germania mangiavano sempre troppo.


La Germania greca risale a Federico il Grande, che la inventò per la Prussia, prima di Hölderlin. La filosofia era già greco-tedesca, ma irrealizzabile. Divenne di uso comune con Waterloo, il Griechentum, veicolo dell’idealismo tedesco, argine alla democrazia della Rivoluzione. Dove andrà ora la Germania, senza Grecia? Farà la rivoluzione?

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