Grecia
dentro, Grecia fuori? Oggi è dentro - oppure no.
Perché si stringe, c’è il vertice europeo fra dieci giorni. Ma il ritmo è un
giorno dentro e due fuori, per un po’ di speculazione sui questi cialtroni europei.
.
Ogni
eurocrate ha una banca d’affari con la quale si confida, almeno una. Ha cioè
un\a amico\a affarista. È evidente – molti giornalisti ne fanno esperienza
quotidiana – la collusione dell’euroburocrazia con le banche d’affari, cioè con
la speculazione, sulla tragicommedia greca.
Ma più
di tutti impone lo stop-and-go Angela
Merkel, la supercancelliera. Sarà questo l’asse Berlino-Londra – Londra come
capitale degli “affari”.
In
Germania Merkel è criticata, talvolta, per lo stop-and-go, per il troppo poco troppo tardi, e altre non
memorabili prove di statemanship
(bisognerà dire stateladyship?) Parlano
invece molto i giornali(sti) italiani, estasiati da tanta statemanship. Beh, Merkel in mano a Fidia no, ma a Crepax potrebbe
venire non male, con stivali, tacchi a spillo, e frustino, in pelle nera.
L’economista
Giavazzi volentieri vedrebbe la Grecia fuori della Ue. Ma ha un dubbio: “La
vera domanda è quanto ci interessa mantenere in Europa non tanto il museo della
nostra civiltà, quanto soprattutto la delicata cerniera geopolitica fra Europa e paesi islamici, in primis la Turchia”.
Dio ne
liberi? Ci interessa è la parola giusta - è l’Europa. Ma la Grecia ponte alla
Turchia?
Mentre
la Ue tartassa gli ortodossi (la Grecia, la Russia, la Serbia) riducendoli in
povertà, il papa li molcisce, proponendo loro l’unione sul giorno della Pasqua.
Ma questo è un punto troppo serio per uno stupidario.
Nessun commento:
Posta un commento