Qual è
il problema dei problemi a Roma? I camion-bar. Da sempre, sono ormai cinquant’anni
di polemiche: i caldarrostai, i Tredicine, i camion-bar. Non c’è cronista
romano che non vi si sia esercitato.
Se c’è
qualcosa di squallido a Roma è la stampa romana.
Il
sindaco Marino, pusillanime, non ha altro argomento: i camion-bari. È andato
alla Festa dell’Unità per dire che li caccerà dalle aree monumentali - i
monumenti di Marino devono restare solitari, per le gite in bicicletta, la
domenica pomeriggio. Applausi.
Gente
onesta, che paga perfino l’affitto a Marino del suolo pubblico. Non come i
compagnucci della parrocchietta, che gli pagano pochi euro per l’attico a Fontana
di Trevi, anzi non glieli pagano..
“L’assessore
renziano lascia e attacca Marino”, informa Ernesto Menicucci: “È fuori di testa”. L’assessore
Improta, continua il cronista, “era uno dei pezzi da novanta” del Campidoglio. Pezzi
da novanta si dice dei potenti e dei mafiosi. Di Improta, assessore ai
Trasporti, l’immagine di potere è sbiadita.
“Per lui”,
scrive ancora Menicucci, c’è “un posto pronto nel cda di un’azienda statale”.
Ah, ecco. Senza scandalo.
“Tangenti
profughi pagate a Odevaine. Trovate le fatture”. Le “fatture delle tangenti”,
questa Mafia Caitale vuole proprio essere incredibile.
Con l’Iva?
La giornalista non lo dice.
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