martedì 14 luglio 2015

Day after

Monaco non si evoca per paura della Germania, ma l’atmosfera è quella: un branco di statisti che tornano a casa con le dita a v e la morte nel cuore. Siano gregari, amici, fan, oppure concorrenti e critici, di Angela Merkel, tornano a casa sapendo di non contare niente, e che niente sarà più come prima. Molti di loro sanno del resto che perderanno presto le elezioni, perché in Europa, ancora, si continua a votare.
Non c’è un solo apprezzamento per gli accordi sulla Grecia nei giornali inglesi. Come, del testo, negli stessi giornali tedeschi – il tedesco, anche duro, vuole essere “amato”. Plaudono solo i “mercati”, cioè le banche d’affari, perché si potranno comprare la Grecia a sconto: l’affare sarà facile ed è grosso. E il governo americano per conto dei “mercati”.
L’Italia si esprime per bocca di un ministro, Padoan, che capisce la gravità di cosa è successo, e l’impossibilità ora per la Grecia di uscire dal disfacimento, ma non ha un filo di sensibilità politica. E la paura di un presidente del consiglio che sa benissimo “cosa” è successo, anche se forse non sa fare bene i conti, e ha scoperto di non contare nulla. “Der Spiegel” aveva tentato d’innalzarlo a barriera anti-oltranzisti, attribuendogli un ottimo: “Il troppo è troppo”, ma non è il tipo: è solo preoccupato che, oggi come oggi, avrebbe perso le elezioni, contro Grillo, e forse pure contro Salvini. Silenzio totale del resto del governo, il più provinciale forse che l’Italia abbia avuto.

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