“Una
legge del 2000 vieta di varare norme retroattive in materia fiscale: è stata
violata quasi 300 volte”, spiega il costituzionalista Ainis al “Quotidiano
Nazionale”. L’intervista continua con la domanda: “Come mai gli italiani vivono
le imposte come un sopruso?”.
Equitalia
non paga i rimborsi. Che non sono infrequenti: per cartelle pagate due volte, o
annullate dalla stessa Equitalia, o cassate in giudizio. Non da ora. Equitalia
non ha il software per il calcolo, e
quindi l’operazione non si fa: sui rimborsi maturano interessi, che calcolare a
mano è faticoso. I rimborsi restano così a credito. Di creditori inconsapevoli
per lo più.
Sembra
una vicenda inventata, e invece è vera.
Continuano
i controlli sugli scontrini e i conti di caffè e ristoranti nel week-end. Non più di
domenica sera, perché lo straordinario domenicale notturno costava troppo. Ma
il venerdì e il sabato sera sì, lo straordinario notturno lo Stato lo paga. A
squadre di tre: un capo-squadra, che fa la conversazione, uno che trascrive i dati
dell’esercente e dei clienti al computer portatile, compitando, e un che li
detta, anche lui compitando. In una serata si fanno due ristoranti, anche tre.
Per
incassare un contributo pubblico ci vogliono 140 giorni, mediamente. I ritardi
dei pagamenti delle forniture e dei lavori pubblici si sono ridotti, ma
superano i 200 giorni. Lo sconto in banca dei crediti pubblici costa il 15-20
per cento dell’ammontare. Sarà per questo che gli appaltatori pubblici in
Italia sono esosi, mettono nel conto il ritardato pagamento?
Ritardano
anche i pagamenti tra privati. Mediamente di 99 giorni, 33 più della media
delle varie economie – a 90 giorni invece che a 60. Con punte di 142 giorni di
ritardo nel comparto chimico e di 149 in quello tecnologico.
Fa
più pena che rabbia la redazione economica della Rai a Milano, voluta dalla
Lega quando comandava a Roma e del tutto inutile. Un dozzina di giornalisti che
frustrati e sussiegosi leggono gli indici di Borsa nei tg e alle nove nel
giornale radio. Non più di un minuto di lavoro in tutto, al giorno. Ma la redazione
economica Rai a Milano è l’unico taglio che la gestione dei virtuosi milanesi
Gubitosi e Tarantola non fa.
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