venerdì 17 luglio 2015

Il governo della Russia

Dà Putin, lo zar, il nemico, il piccolo padre, l’equivalente di diecimila euro come dote per ogni neonato. Un dono per incoraggiare la demografia – la Russia si sta spopolando. Poi succede che molti fanno figli per incassare la somma, e li abbandonano – alla morte, alla carità pubblica. Allora Putin lega il contributo a spese effettive e documentate per la casa e la famiglia, oppure a un conto a nome del neonato vincolato fino alla maggiore età – fa il Putin (fa lo zar, fa lo Stalin, fa il boiardo, etc.).
C’è una geografia dei governi, democrazia compresa. Non c’è una regola per tutti, perché non tutti sono uguali.  Ci sono De Gregorio – e giudici di De Gregorio - in Inghilterra? Neppure nei romanzi gialli. In Italia invece, che è anch’essa una democrazia, pullulano. In Inghilterra non ci sono neppure i Verdini, malgrado la comune laicità.
E – per restare in Russia – era più democratico Eltsin l’adorato di Putin l’aborrito? Sotto Eltsin giovanotti intraprendenti, col consiglio e l’ausilio di amici e parenti interessatissimi a Londra e New York, si impadronirono dei giganteschi conglomerati ex sovietici, banche, miniere, società e campi petroliferi. Poi venne Putin, e qualcosa gli ha fatto restituire. Non tutto, è vero, ma abbastanza per meritarsi la guerra dell’MI 5 di Londra, la City ha canini robusti. È diventato Putin per questo più o meno democratico?.
Ci sono più e ci sono meno, ci sono misure un tutte le cose. E se domani Obama incorona Putin, come è tentato in questo uno scorcio di pace universale, noi che facciamo? Noi esportatori, commentatori, e filosofi della politica.

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