Euromarco
– È all’origine del declino dell’Italia:
l’adozione dell’euro al doppio del valore del marco. Una camici di forza che è
stata asfissiante per l’Italia. Imponendo subito il dimezzamento del valore del
reddito – uno stipendio buono di due milioni di lire è diventato quasi precario
uno di mille euro. Insufficiente anche per il parallelo raddoppio dei prezzi
dei generi di consumo: quello che costava mille lire è costato un euro. Un
doppio perverso errore con le migliori intenzioni. Prodi e Ciampi, che hanno
voluto fortemente l’Italia agganciata all’euro, giustamente, non hanno saputo
opporsi alla jugulazione che la Germania ha operato con questo cambio.
Le ragioni della Germania per imporre
condizioni tanto restrittive erano quelle storiche che sempre si fanno valere,
della paura dell’inflazione, dopo l’inflazione straordinaria degli anni 1920 –
che appunto fu straordinaria e eccezionale. Il raddoppio dei prezzi dei generi
alimentari e di prima necessità, viceversa, fu semplicemente ignorato dagli
uffici statistici europei (Eurostat) e da quelli nazionali riorientati sulle
metodologie Eurostat.
Fondi KG –
Tirati in ballo nelle polemiche fra Atene e Berlino, sono i fondi hedge di Amburgo che molto hanno
investito nel complesso mercato dei noli marittimi, essendosi prefissi di outperfom – garantire rendimenti
superiori a – l’indice S&P 500. I fondi G hanno pagato buoni interessi
negli anni del boom dei porta containers, ma con la crisi si sono ridotti a
operazioni di hedging molto più
sottili e rischiose, e di scarso rendimento. Un Dr. Peters, uno dei manager più famosi dei
fondi KG, si era specializzato su frazioni sempre più ridotte di una frazione
di Boeing, in long lòease a Emirates. Una scommessa più che un investimento.
I fondi KG vengono chiamati “fondi del dentista”, perché specializzati nella
raccolta di quote di risparmio ridotte e ridottissime, e sono sottoscritti per
questo dalla più vasta classe media, fino a venticinque anni e con ridotte o
nulle possibilità di riscatto.
Alle
accuse tedesche di non essere in grado di far pagare le tasse - o di non volerlo
- ai ricchi armatori greci, che gestiscono le maggiori flotte commerciali al
mondo, Atene ha risposto – su suggerimento forse di Paul Krugman, il Nobel
dell’economia – che questi armatori sono in realtà “ospiti” fiscali della Germania,
dove pagano poco o nulla di tasse, attraverso il meccanismo dei fondi KG. Si dice che una nave su due sui mari sia
“greca”. Cioè di armatori greci, ma domiciliati prevalentemente in Germana,
dove sono praticamente esentasse attraverso i fondi KG, che di fatto detassavano
quasi tutta l’attività - compresi i
dividendi, purché non distribuiti.
Un marchingegno messo assieme da Ike Kier e
Ilya Zaides, che ha avuto un forte successo nel primo decennio del millennio.
Il meccanismo è piuttosto complicato, ma emerse sotto cattiva luce nel 2010,
quando fu all’origine di una sere di fallimenti conseguenti alla gestione
espansiva del 2002-2008, soprattutto delle flotte portacontainer. Uno sboom
paragonato a quello dell’immobiliare americano, che fu all’origine della crisi
bancaria. Il grande gruppo danese dei container Maersk ha rischiato il
fallimento – in conseguenza ha dovuto lasciare Gioia Tauro.
Anche la banca di Amburgo, la Nordbank, una
delle maggiori banche tedesche, fu al fallimento. Fu salvata dai suoi due soci,
il Senato di Amburgo e il Land dello Schleswig-Holstein, con un’iniezione di
almeno 30 miliardi – che Berlino ottenne a Bruxelles e a Francoforte, alla Bce,
che non fosse considerato aiuto di Stato.
Migranti
– Vengono da lontano. Moni Ovadia ha avuto un’idea molto semplice a
rappresentare “Le supplici” di Eschilo al teatro greco di Siracusa un po’ i dialetto
siciliano e un po’ in greco moderno. Le lingue che i migranti sentono per prime
quando vengono salvati sui barconi.
“Le supplici”, tragedia corale, senza
personaggi, narra delle cinquanta figlie di Danao che dall’Egitto dovettero
cercare rifugio in Grecia per sfuggire all’obbligo di sposare cinquanta cugini.
Opinione
pubblica – “Quell’ircocervo che è la cosddetta opinione
pubblica, fluttuante e mutevole mar dei Sargassi che è l’opposto della democrazia
e soprattutto del liberalismo”, Claudio Magris, “Corriere della sera”, mercoledì
10. Momento di malumore? L’opinione pubblica è il liberalismo,
“”Filastrocca di opinioni”, diceva Hegel”, così
conclude Magrisi. Lo stesso che il giornale elevava a “preghiera del mattino”.
Polonia
– Non può, non sa, stare in pace coi vicini? Ultimamente è stata filorussa
antitedesca pima, e poi filotedesca antirussa. Ma in pace con tutt’e due, si
vede, non può. Invece che antagonizzare
sia russi che tedeschi, in questo dopoguerra, dopo il tragico patto
Hitler-Stalin, è stata dapprima filorussa, seppure con sacche di resistenza, soprattutto
negli ambienti cattolici, e ora è fedele secondo di Berlino. Ma allora, senza motivo, bellicosa contro la Russia,
l’altro grande vicino, perfino guerrafondaia – ora vuole i missili atomici
americani.
Persistenze storiche? Ma la Polonia le ha superate
con la Germania, contro la quale ha combattuto per secoli, e sotto la quale ha
patito l’impatibile. In cambio, è vero, della Slesia, fino a Brandt, 1970,
considerata il “cuore” della Germania e ora colonizzata – i tedeschi profughi,
i residui, sono stati indennizzati.
astolfo@antiit.eu
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