Zero
quasi totale sulla crisi greca. Paginate, ma tutte contro l’evidenza. Si
cercherebbe invano nei giornali un reportage o un commento che dica la miserie dell’Europa.
Ce ne sono, perlomeno a “Repubblica”, al “Sole 24 Ore” e sul “Corriere della
sera” (“la Stampa”, che aveva una grande tradizione di giornalismo
internazionale, l’ha cancellata), ma confinate in posti reconditi, editate
violentemente, titolate senza richiamo. Servizi e commenti abbondano ma in
chiave di campanilismo politico interno, ognuno per il suo piccolo feudo o patrono.
Oggi Moavero è il solo, l’ex ministro col riportino, a chiedersi come è stata
ed è possibile questa tragicommedia, dove è l’Europa, dove sono i politici europei.
C’è chi è per la Merkel, quasi tutti,
chi per Tsipras, e nient’altro..
La
politica estera non è mai stata il forte dei giornali italiani, anche illustri
- a parte “la Stampa”, che appunto ha
abdicato. Il giornalismo italiano è gossipparo (fa quello che in inglese si
dice il “colore”, le divagazioni a tinte forti) , e da qualche anno giudiziario
– fa il gossip dei processi. Per il resto
è buio. Aggredisce il lettore ogni giorno con paginate di politica, ma quella è
la sua caratteristica o specificità. Universalmente giudicata male, m
inestirpabile: il giornale è solo un gruppo d’interesse attorno al potere –
quando ha illustrato che cosa ha twittato Renzi, o il nemico di Renzi, ha
esaurito il suo compito.
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