mercoledì 1 luglio 2015

Il silenzio dei non innocenti

Zero quasi totale sulla crisi greca. Paginate, ma tutte contro l’evidenza. Si cercherebbe invano nei giornali un reportage  o un commento che dica la miserie dell’Europa. Ce ne sono, perlomeno a “Repubblica”, al “Sole 24 Ore” e sul “Corriere della sera” (“la Stampa”, che aveva una grande tradizione di giornalismo internazionale, l’ha cancellata), ma confinate in posti reconditi, editate violentemente, titolate senza richiamo. Servizi e commenti abbondano ma in chiave di campanilismo politico interno, ognuno per il suo piccolo feudo o patrono. Oggi Moavero è il solo, l’ex ministro col riportino, a chiedersi come è stata ed è possibile questa tragicommedia, dove è l’Europa, dove sono i politici europei.  C’è chi è per la Merkel, quasi tutti, chi per Tsipras, e nient’altro..
La politica estera non è mai stata il forte dei giornali italiani, anche illustri -  a parte “la Stampa”, che appunto ha abdicato. Il giornalismo italiano è gossipparo (fa quello che in inglese si dice il “colore”, le divagazioni a tinte forti) , e da qualche anno giudiziario – fa il gossip dei processi. Per il resto è buio. Aggredisce il lettore ogni giorno con paginate di politica, ma quella è la sua caratteristica o specificità. Universalmente giudicata male, m inestirpabile: il giornale è solo un gruppo d’interesse attorno al potere – quando ha illustrato che cosa ha twittato Renzi, o il nemico di Renzi, ha esaurito il suo compito.

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