Non
c’è esultanza in Germania per la vittoria sulla Grecia. Non c’è nemmeno
risentimento per gli 80, o 70, o 90, miliardi che la Grecia dovrebbe avere in
prestito dalla Ue: c’è costernazione. Nessuno prende le difese d Schaüble. I più
ritengono Angela Merkel in difficoltà nel suo stesso partito ad avere i voti
necessari all’approvazione del pacchetto Grecia: effetto di una tattica tesa a
non consentire nessun accordo se non la “capitolazione”. Che però, argomenta il
servizio centrale dello “Spiegel”, a più mani, non si sa cosa avrebbe dovuto
essere: la capitolazione di Tsipras, dopo il successo al referendum, o il
fallimento della Grecia, cioè un non-accordo?
Wolfgang
Münchau, autorevole giornalista, che però scrive per il “Financial Times” di
Londra, è più esplicito: “La Grecia ha capitolato, la Germania vinto – è questo
il triste bilancio del fine settimana. Il governo tedesco ha in un solo fine
settimana azzerato settant’anni di diplomazia postbellica. Quello che nel fine
settimana è successo a Bruxelles è il ritorno dell’Europa indietro alle
politiche di potenza del 19.mo e 20.mo secolo, nei quali i più forti imponevano
la loro volontà ai più deboli”.
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