L’opera prima sarà quella a cui Ignazio
lavorerà tutta la vita, con aggiornamenti e variazioni, fino alla traduzione in
latino e alla pubblicazione a Roma nel 1548. Era una pratica anteriore, da
Ignazio sistematizzata. Con rinvii continui tra i vari paragrafi – e ausilio anche grafico, di linee e punti.
Sono una “rappresentazione” teatrale, La
“composizione del luogo” è preliminare: il devoto deve rappresentarsi il
paesaggio nel quale effettuerà preghiere e devozioni. Lontano da casa e dai
familiari, sotto la guida di un direttore di coscienza, l’esercitante deve vivere
un mese in solitudine e in silenzio. La prima settimana fa l’esame di coscienza,
la seconda e la terza contempla i misteri di Cristo e della Passione, la quarta
si unisce a Dio senza più mediazioni.
È una proposta destinata a ogni genere
di persone, anche non colte. “Con questo nome di Esercizi spirituali”, dice il santo,
“s’intende ogni modo di esaminare la coscienza, di meditare, di contemplare”. In
analogia col corpo – “così come il camminare, il passeggiare e il correre sono
esercizi corporali”
Ignazio di Loyola, Esercizi spirituali, Città Nuova, pp. 200 € 6,50
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