Un lungo week-end di campagna, tra pranzi,
colazioni e passeggiate, di personaggi che emergono e svaniscono a sorpresa,
molti ragionamenti e amori inconcludenti, e una Russia improvvisamente emergente
da un mondo francese ipertradizionale. Una visione, piena di umori, follie,
verità, dette o alluse. Quasi un sogno, della scrittrice emigrata, che al suo
alter ego Boris fa dire subito: “Dato che ormai mi ero rassegnato all’idea che
non avrei mai visto e conosciuto al Russia vera”. È il brutto-bello del’esilio,
che uno si porta sempre dietro qualcosa, anzi ne è prigioniero.
Nina Berberova, Roquenval
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