domenica 19 luglio 2015

La Resistenza di tutti

“Storie di ragazzi che scelsero di resistere” è il sottotitolo. Ma rivissute ai novant’anni: Rovelli è andato a cercare i superstiti, per un’ultima testimonianza, a uso dei ragazzi di oggi, e degli archivi orali.
Lo “scrittore e musicista” massese, animatore del festival annuale del 25 aprile a Fosdinovo in Lunigiana, “Fino al cuore della rivolta”,  prosegue l’opera dei quasi omonimi piemontesi Nuto e Marco Revelli, facendo raccontare agli ultimi partigiani in prima persona la loro storia personale. Cercandoli nei loro ambienti, in val d’Ossola (in memoria dei 40 giorni della Repubblica dell’Ossola, con la prima donna ministro della storia d’Italia, Gisella Floreanini), a Milano, a Reggio Emilia e nella Padania, in Liguria, in Lunigiana. Gente comune, operai, contrabbandieri (Franco Sgrena, padre di Giuliana, e altri), contadini, una neuropsichiatra, insegnanti, donne faticatrici e intrepide. Alcuni avevano letto Jack London, “Il tallone d ferro”. Qualcuno Steinbeck, “Furore”. Ma i più hanno fatto la Resistenza come veniva, per amicizia, per sfida, anche per caso.
Il primo racconto forse “unitario” della Resistenza stessa: ci fu il 25 luglio e tutti cominciarono a parlare liberamente, e poi ci fu l’occupazione tedesca. Memorie “involontarie”, non costruite, non politiche, di ragazzi allora “tra i 14 e i 23 anni”. A fini soprattutto pedagogici: “Ho insegnato per qualche anno a Milano, e in molte classi chiedevo che cos’era il 25 aprile. Ebbene, più d’una volta è accaduto che nessuno, in un’intersa classe, sapesse rispondere. Perfino a Sesto San Giovanni è accaduto, città medaglia d’oro dela Resistenza: nessno”. 
L’esito è una narrazione distesa, sempre in contesto, personale, familiare, locale (la fame, la famiglia numerosa, le angherie quotidiane, di sbirri e fascisti, l’indolenza anche, il gusto del segreto…). “Unitaria” e non faziosa - anche se gli intervistati sono tutti curiosamente “democratici” di oggi, del Pci con qualche cattolico (socialisti, repubblicani, liberali, militari sono morti prima?) Effetto forse della polemica revisionista che s’indovina retropensiero e molla di Rovelli. Sicuramente effetto del tempo. Che alla celebrazione faziosa ha fatto succedere l’indifferenzza e l’ignoranza. 
Marco Rovelli, Eravamo come voi, Laterza, pp. 257 € 20

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