Più
che a Roma o Milano, Renzi è scosso a casa sua. Nella piana di Sesto
Fiorentino, suo feudo naturale poiché ci è nato e cresciuto. Conduce sempre lui
il Palio, ma a zigzag: Renzi vi subisce la prima vera sfida del suo partito,
dai dem ex Pci. Il “suo” sindaco di Sesto, Sara Biagiotti, eletta appena un
anno fa, su imposizione di Renzi, non avendo passato le primarie, è sfiduciata
e commissariata. E Campi Bisenzio, poco lontano, si prepara a scendere in campo
contro Renzi. Che ha imposto anche lì un uomo suo, Emiliano Fossi, a sindaco. A
Campi Bisenzio non si sfiducia la giunta ma si annunciano leghe e forum
anti-sindaco. In piazza.
Resta
sempre aperta la ferita di Viareggio, dove il candidato ex Dem ha vinto contro
il candidato sindaco imposto da Renzi. Poco lontano, a Pietrasanta, non si
trovano giudici per condannare in
qualche modo Mallegni, il sindaco rieletto e subito commissariato, a opera dei
fratelli Manzione, vecchi democristiani e renziani della prima ora, la sorella
capo del suo ufficio legislativo, il fratello suo sottosegretario all’Interno.
Manzione fratello è anche giudice, ma non si trovano in Versilia e nella
Lucchesia giudici con abbastanza pelo sullo stomaco per condannargli Mallegni.
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