lunedì 6 luglio 2015

Quanti sogni in uno

Di che materia sono fatti i sogni Tinti lo spiega con questa personale scelta di sogni celebri. Che vuole alternativa a quella classica di Borges, ma, bisogna dire, non di grande lettura.
Supplisce con la presentazione, che è forse l’unico saggio sistematico in argomento. Partendo da Leopardi, che esordì scettico e finì sognatore e magnificatore dei sogni, delle illusioni. Si scopre così che l’oniromanza e l’onirocrtitica sono antiche e antichissime, e vanno insieme: chi ci crede e chi no, chi cerca di spiegarseli.
Ce ne sono di importanti in Lucrezio e Petronio. In Platone c’è l’antica pratica sumera della incubazone  La cristianità recepisce il sogno e lo avversa, alternativamente. Come sant’Agostino. Tertulliano, nel “De Anima”, e il vescovo di Cirene, Sinesio, se ne occupano in profondità. Poi si fa un concilio ad Amira, nel 314, per condannarli. Poi si “aristocraticizza”: sognano bene i potenti e i santi. Ma valgono ancora le interdizioni papali e di Isidoro di Siviglia. Fino all’insorgenza dell’“uomo nuovo” nel secolo XII:  Alberto Magno, padre dello Scolastica, lo “desacralizza” e “democraticizza”, anzi gli dà statuto scientifico, nel “De Somno et Vigilia”. Recuperando l’approccio scientifico (numerologico, astrologico) degli arabi. Fino all’ennesima condanna, nel 1277 a Parigi, da parte dei canonici agostiniani. Poi s’impone la laicizzazione del fenomeno – specie con lo studio di Girolamo Cardano, pieno Cinquecento, “Sul sonno e sul sognare”. Che è diventato soprattutto narrativo, a partire da Dante, e a seguire Boccaccio, Sacchetti, Shakespeare, Calderòn. tra i tanti. Cartesio troverà in sogno il “metodo”. Il Settecento sarà scettico anche sui sogni: Voltaire, Muratori, il primo Leopardi. L’Ottocento lo celebra in ogni forma, fra romanticismo e simbolismo, da Novalis a Borges.
Lorenzo Tinti, a cura di, Il sogno dalla Genesi a Umberto Eco, Lorenzo Barbera Editore,  remainders, pp. 130 € 3,45

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