mercoledì 19 agosto 2015

Fisco, appalti, abusi (76)

Una società di telefonia mobile, poniamo Wind, avendo deciso che un’area non è redditizia, la cede a concorrente, poniamo Vodafone, che sia invece alla ricerca di traffico, di accrescere i volumi. Gli utenti Wind si troveranno per un numero imprecisato di giorni senza copertura. E dovranno pagare alla nuova società, poniamo Vodafone, un bonus di accesso, 20 euro. Più il canone mensile, 10-20-40 euro, anche se lo hanno già pagato a Wind.

Sembra una scorrettezza e una truffa e lo è. Una truffa piccola, di 30-60 euro, che però moltiplicata per migliaia di utenti fa una somma. Oltre al danno del mancato collegamento. Ma all’Autorità di vigilanza sulle Comunicazione non la considerano tale: gli operatori del settore sono liberi di aprire o cedere aree di operatività, il mercato le giudicherà. Un’Autorità salomonica.

L’Autorità per le Comunicazioni non è la sola che invece di vigilare il mercato a favore degli utenti, si assume il ruolo di giudice imparziale, “a favore del mercato”. Cioè degli operatori del mercato. Un controsenso e un’illegalità. Ma le denunce contro le costose Autorità di controllo del mercato non interesano le Procure.

Non si è potuto creare in Italia una rete internet estesa a tutto il territorio nazionale, che era il progetto Stet vent’anni fa, per dare campo libero alle società che si venivano costituendo con le privatizzazioni. Per rompere il monopolio pubblico. Gli operatori privati hanno sfruttato lo sfruttabile, con utili che per molti anni hanno superato il 50 per cento del fatturato, e l’Italia è rimasta senza rete, per buona metà del territorio nazionale, dove al più si naviga con estrema lentezza col Gps. Non si rompe il monopolio pubblico per migliorare il servizio, si rompe per distribuire i profitti. 

Il capo del governo chiede con urgenza un piano per una rete internet nazionale, e poi se lo dimentica. Gli interessi delle società di telefonia mobile, che in mancanza di una rete nazionale vendono caro internet, sono evidentemente strapotenti.

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