Sono bastati pochi anni, pochi mesi, per trasformare la Repubblica Federale in un’arcigna matrigna. Che governa d’un colpo l’Europa con l’insolenza, facendosi forte dei tanti vassalli balcanici e scandinavi.
Assurdità? Angela Merkel dovrà mendicare i voti in Parlamento per far passare l’accordo Grecia, che peraltro è iugulatorio. E da più parti, non solo dai leghisti locali, si prospetta un Gexit: la Germania che fa marameo all’euro e all’Europa. Da ultimo lo evoca il professore emerito di sociologia Alber, uno che pure ha insegnato all’università europea di Firenze, su “La lettura” Lo dice per scherzo, ma sempre professorale, come i suoi concittadini
Basta dunque poco ai tedeschi per diventare nocivi¨: la Repubblica Federale sembrava vaccinata contro i virus che hanno infettato il paese nel Novecento, ma evidentemente no. La riconoscenza non ha senso in politica, ma qui è come se l’Europa avesse cullato per settant’anni il drago che la divorerà.
Alber prospetta il Gexit in risposta a Maurizio Ferrera, che gli obietta gli enormi surplus della Germania, contrari alle regole dell’equilibrio commerciale europeo. Ferrera non dice perché. La Germania prospera perché ha distrutto il mercato del lavoro, liberalizzando radicalmente, cerando un esercito di sottoccupati, e passandolo all’assistenza pubblica. Un dumping sociale, che Bruxelles si guarda naturalmente dal sanzionare, ma che dovrà avere una fine – non si può finanziare indefinitamente otto milioni di minijob, a 400 euro al mese. Inoltre, ha eliminato di colpo sette anni di pensionamento - come poi hanno fatto la coppia Fornero-Monti. Salvo ricredersi dopo solo un paio d’anni e riaprire le porte ai pensionamenti.
Non solo albagia dunque, anche furbizia. La Germania finge di dare lezioni di correttezza e legalità, in realtà bara come e più degli altri. Ma forse il vero problema è un altro: che questa evidenza distruttiva non si vuole “capirla”. Per incapacità? Per un disegno?
Nessun commento:
Posta un commento