venerdì 7 agosto 2015

Il giallo sbiadito

Si riedita un “classico”, di dieci anni fa: tre dei racconti del delegato di Pubblica Sicurezza Ricciardi con cui De Giovanni esordiva nel 2005, “L’omicidio Carosino”, “I vivi e i morti”, “Mammarella”. Con una nota di Aldo Putignano, “Gli esordi del commissario Ricciardi”, e una dello stesso De Giovanni, “Io e Ricciardi”. Putignano evoca McBain e Conan Doyle, ma è una falsa pista. Ricciardi è un eunuco che ha le visioni: “vede” gli atti di violenza mortali. E dunque i casi si sanno risolti, l’ingrediente è più noir che suspense. E il noir si riduce all’atto di violenza, in genere un atto di penetrazione, con punta acuminata. Più del genere horror, anzi splatter. Negli anni 1930, quindi col contorno scontato delle fascisterie. Anche involontarie – “A 37 anni compiuti (Ricciardi) non aveva mai avuto una donna”: “mai avuto”, di una donna, non si diceva nel fascismo?
È sbiadita anche Napoli. Piove sempre sul delegato e questo è una pennellata di realtà, Napoli è piovosa. Ma anche qui a modo suo, sempre speciale: “A Napoli piove in orizzontale, quando lo scirocco ti sputa in faccia”, come se non piovesse “in orizzontale” pure altrove, il vento è ovunque. E il Gambrinus reale, dove Ricciardi fa tana, è ben più vivace. Tutti vittime del resto, colpevoli o innocenti.
Maurizio De Giovanni, L’omicidio Carosino, Rizzoli Vintage, pp. 121 € 7,50

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