Berlinguer – Se ne sono fatte commosse celebrazioni l’anno scorso, senza
neppure un accenno di analisi critica della sua politica e della sua personalità.
Uno che sembra uscito, a rivederne gli atti, da “1984”, dai Due Minuti
dell’Odio e dalla Polizia del Pensiero, odiando la libertà. Di arroganza supposta aristocratica che invece era
disprezzo, dei laici, dei socialisti e di ogni altra passione politica che non
fosse la sua e quella democristiana, l’odio introducendo a sinistra. A lungo
l’odio è stato di destra, di sbirri e squadristi. Poi furono compagni picisti
che martoriavano altri compagni e compagni di strada.
Il 3 ottobre 1973 Berlinguer ebbe un
incidente d’auto a Sofia, la capitale della Bulgaria. L’autista morì, lui se la
cavò, e si fece portare a Roma in aeroambulanza. Ai familiari disse che era
stato un attentato, certo “moralmente superiore”, fuori ha taciuto. Tacque
anche quando il segreto volle noto. Per dire – per far dire - che Breznev l’aveva
minacciato di creare un partito concorrente. Che non sarebbe stata la prima
volta - e non era un attentato. Né sarebbe stato perdita grande, mentre un Pci
indipendente da Mosca avrebbe fatto grande se stesso e l’Italia.
Centro-sinistra – Non si è
celebrato il 1963, il governo Dc-Psi, con
i socialisti al governo per la prima volta nella storia, e con un
programma di riforme che avrebbe rivoluzionato l’Italia: diritto di famiglia,
protezione del territorio, assistenza sanitaria, protezione del lavoro, perfino
il, riconoscimento della Cina di Mao. Non si è ricordato l’anno scorso il 1964,
il “piano Solo” del presidente golpista della Repubblica Antonio Segni per
bloccare il centro-sinistra. Non si ricorda ora il ferale 1965, quando Aldo Moro
presidente del consiglio fece una crisi del suo stesso governo sul
finanziamento pubblico alle scuole private (confessionali), per devitalizzare
il centro-sinistra – il suo stesso governo. Vige sempre il sovietismo, nella
storia e nel giornalismo italiano. Di quella particolare specie che vede
l’antica-nuova Dc farsi schermo dei veterani Pci per nascondere la verità – lo
schema per cui Moro diventa un santino comunista.
Città proibite – Nome nuovo
per i vecchi ghetti, dette “zone di non-diritti”, in cui nessuna presenza
costante di polizia viene assicurata. Così dette dalla legislazione francese da
vent’anni a questa parte, dal 1994, con circolare 31 maggio della Direzione
centrale della sicurezza pubblica. Città formate da gigantesche periferie, exlege
o fuorilegge. Sociologicamente, è la “Francia periurbana”: dodici milioni di
persone che, in circa mille quartieri disseminati attorno alle città, per metà
o poco meno di immigrati, con popolazioni giovanili del 40 per cento del
totale, e un disoccupato su cinque adulti. Di questi un centinaio si ritenevano
veramente “città proibite”, anche all’apparato repressivo, giudici e polizia. Successivamente,
dieci anni fa, censite esattamente in 72 dai Renseignements généraux, i servizi
francesi. Carattarizzate da economie sotterranee di vario tipo ma prevalentemente
illegali - furti (scippi, borseggi), narcotraffico – con bande organizzate, e
violenza contro le istituzioni (polizia, pompieri, sanità). Con forme di violenza analoghe a quelle che da
qualche anno si registrano costantemente a Roma, nella zone dalla “movida”, quasi
centrali, Pigneto, via Libetta, anche Campo dei Fiori. Specie per gli “atti di
barbarie”.cosiddetti dalla sociologia francese, contro gli spacciatori cattivi pagatori. E per
gli atti di protesta di massa contro le forze dell’ordine, con bastoni, sassi,
molotov, danneggiamenti di mezzi pubblici e privati, teppismo diffuso e anche attacchi
alla persona.
Confessione – È la prova
regina, come si vuole nei processi italiani, anche non di mafia? No, questa è una novità: la
confessione è sempre stata in sospetto. Di furbizia, vendetta, ricatto. Con esempi innumerevoli,
nell’Inquisizione cinque secoli come nell’Unione Sovietica nel Novecento, e
tuttora in Cina o a Cuba.
È
stata la prova regina del comunismo, prima dei pentiti di mafia. Il caso forse
più famoso, certo il più angosciante, fu quello di Artur London a Praga. Che
sconfessò, con la moglie in tv, il Sessantotto e la Primavera di Praga. Si
riabilitavano entrambi con i carri armati russi in città. “La Confessione” di London è servito a Costa Gavras per un film
simpatico, con Montand e la Signoret, volti umani del comunismo, e la fede che
resiste alla tortura. Ma fu una storia brutta. Il comando del vecchio dispotismo era “non fare”, spiega Orwell in “1984”, poi nel totalitarismo è stato “fai”, per ultimo sii”. Praga era al terzo stadio: “L’Umanità sia il Partito”. London fu arrestato con tutti gli altri nella purga del ‘51, per sionismo, ma liberato nel ‘55, mentre gli altri finivano alla forca, dopo le defenestrazioni di cui il comunismo aveva fatto la città specialista. Anche i tedeschi, che lo avevano arrestato nel ‘42, non lo uccisero. Parlò poco in tv. Parlò invece la moglie, contro se stessa, spregevole, contro di lui, e contro il comunismo che difendeva.
Fanfani - Fu un
innovatore in tutto, e sempre fu sconfitto dal suo partito, dai potentati Dc. Una
volta gli fecero fare il governo per un solo giorno. Con più ragione fu
avversato nel suo partito dopo il referendum: se ne liberarono labellandolo
aspirante dittatore.
Questo in
parte è vero: lui si dichiarava per la purezza della razza al tempo del Puzzone,
mentre gli altri ghignavano in privato. E poi si sa che i brevilinei vanno
veloci: anche
Stalin era 1,60, Lenin, Napoleone.
Garibaldi – Era longobardo – questa
alla storia tedesca è mancata: il nome lo è. Era Garibaldo il figlio di
Grimoaldo, l’ariano duca di Spoleto che s’impossessò del regno longobardo dopo
averne trucidato il pretendente al trono Godeperto, uno dei due figli del re
legittimo Ariperto. Ma alla morte di Grimoaldo, Rectarito, il fratello di
Godeperto, si prese il trono e Garibaldo fu messo da parte. Un progresso però
ci fu: per mettere da parte il Garibaldi italiano, nessuno dovette morire.
Jihad – È occidentale più che
islamica. È certamente islamcica, espressa da alcune sette islamiche, ma è nel
proselitismo, la propaganda (twitter, youtube,..), nei modi e nelle
motivazioni, essenzialmente occidentale, europea. Anarcoide prima religiosa, e
anzi quasi esclusivamente anarcoide. Le biografie dei terroristi francesi, da
Tolone a Parigi, sono di giovani europei. Era wahabita e saudita Bin Laden, ma
di famiglia profondamente occidentalizzata, con una gioventù tra Ginevra e
Londra, con una “carriera” anticomunista e poi “antisatanista” alla Garibaldi,
esponendosi poco e mietendo molto, le Torri Gemelle come i Mille.
Non è Jihad poiché non ha alcun obiettivo
sacro, concernente la religione. È occidentale soprattutto perché è terrorismo “puro”,
senza possibilità di successo, senza nemmeno un disegno. È spesso oscura nelle
origini. Colpisce ciecamente, e più i luoghi affollati e indifesi, come la
vecchia anarchia: moschee, scuole, ospedali, mercati rionali. La jihad non è terrorismo: è al contrario
il corpo della nazione che si muove, su un disegno e con compiti precisi.
Paternità – “Produrre gli esseri umani
dalle uova” è progetto di ricerca di Lord Wimsey, il personaggio di Dorothy
Sayers, scapolo e deciso a rinunciae per
sempre alla “professione” di padre, dato che è molto scaduta (era scaduta al
tempo di “Lord Wimsey e il mistero del Bellona Cluub”, 1928) . Come non averci
pensato?
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