La democrazia
è sospesa in Italia? Indubbiamente sì, non è (solo) una polemica politica. E
non tanto per i governi che si succedono extraparlamentari, che la Costituzione
con qualche forzatura (le famose “irritualità”: illegalità legali) tollera, di
più perché si vota, si stampa liberamente, liberamente si critica, ma a nessun
effetto..La politica fa a meno del voto e delle critiche, e sempre più in Italia
si appatta col mercato, col mondo per natura opaco degli affari che invece
votiamo per controllare – affari di soldi, cordate, logge, conventicole,
analoghe anche se non contigue, alle mafie (tipica l’antimafia).
C’è
stato a lungo nella Repubblica un dibattito storiografico sulla debolezza della
democrazia in Italia. Per un’esperienza postrisorgimentale poco democratica – e
poco liberale – e per il fascismo, che non è cominciato nel 1922 e non è finito
nel 1943. Non c’è più questo dibattito dacché, nel 1975, il Pci è stato
associato al potere, e meno che mai dal 1992, quando la democrazia in Italia è
stata sospesa anche formalmente: con l’avvento dei gruppi d’interesse, giudici,
apparati repressivi, giornalismo, i cosiddetti corpi separati dello Stato, anche
la storiografia si è sospesa
Si vota
inutilmente. I governi li fanno i giudici, personaggi professionalmente poco
raccomandabili, sono sotto gli occhi di tutti, con i giornalisti, che della non
rispettabilità fanno professione. Poteri altrettanto enormi sono stati
travasati, contro la Costituzione, alla presidenza della Repubblica. Di cui
almeno due mandati, quello di Scalfaro e quelli di Napolitano, due personaggi
ricattati pubblicamente, sono a forti tinte golpiste – Scalfaro impedì nel 1994
la riforma delle pensioni che avrebbe evitato all’Italia le due ondate di
disoccupazione, 1994-1995 e 2017-2014, e il declassamento economico e politico.
Per non dire dei tanti governi del presidente, che la costituzione non prevede
e non hanno meritato.
Lo
scandalismo, la superficialità, il carrierismo sfrenato dei giudici sono
qualcosa d’inconcepibile. Della protervia dei prefetti e generali non si può parlare,
e questo definisce la questione. .
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