Cose anche elementari, che tuttavia bisogna ridire: la mafia non è una famiglia – e non perché è monosessuale. Anche le donne possono essere mafiose: molte madri, soprattutto, e alcune sorelle. Etc. Ma soprattutto, oggi come vent’anni fa, come sempre da un secolo e mezzo ormai, resta verissimo: “Collusione e inefficienza delle istituzioni, disconferma del testimone: si tratta di scenari che nei decenni sono rimasti sostanzialmente invariati. Quando poi il testimone è femmina, il quadro si arricchisce di un ulteriore elemento: un’indagine accanita – non sui presunti colpevoli ma sulla vita privata della testimone”. Ora c’è semmai di peggio, dopo Riina: la mafia non attacca più lo Stato, e il testimone non si disconferma perché è proprio il mafioso, come confidente e come pentito.
Renate Siebert, Mafia e quotidianeità
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