lunedì 24 agosto 2015

La Spectre delle intercettazioni illegali

Si pubblicano oggi, a fini scandalistici, intercettazioni dell’entourage del sindaco di Reggio Calabria Scopelliti dodici anni fa, poco dopo cioè la sua elezione. Intercettazioni allora senza indagini aperte né querele o denunce di parte: si ascoltava a strascico, certamente lo stesso Scopelliti, in attesa di trovare qualcosa di incriminante. Chi lo faceva non è detto, ma sono o i Carabinieri, o la Polizia o la Finanza. Per conto e su ordine di chi non è detto. Ma si sa che molti comandanti provinciali e regionali si creano dei dossier. Si fanno intercettazioni illegali in Italia? Sicuramente sì.
Questo dossier ha dormito sette o otto anni. Finché non è arrivato a Reggio Calabria Pignatone, un Procuratore del partito avverso a Scopelliti. A cui il dossier è stato presentato proficuamente: uno scandalo finanziario si è montato, senza esito. Senza esito giudiziario, ma politico e personale sì, con molte vittime, e l’innalzamento del fido Pignatone ai fasti di Roma.
Le telefonate che si pubblicano oggi sono strane. Nel senso che alleggeriscono la posizione degli accusati di Pignatone: Paolo Fallara, direttrice del Bilancio, e un altro autorevole interlocutore dell’amministrazione comunale, si rendono conto, mettendo a confronto le rispettive posizioni, di aver commesso un errore di sottovalutazione di un appalto. Non di averlo favorito, ma di essersi fatti ingannare. Se è una prova si direbbe di onestà. Le telefonate si pubblicano oggi, in mancanza di altro “scandalo”, per alleggerire la posizione del sindaco rottamatore e inconcludente Falcomatà, che ha acquisito il record dell’impopolarità in pochi mesi di mandato? Anche questo è possibile, non c’è infamia che la Spectre delle intercettazioni si proibisca. Ma Paola Fallara intanto, a fine 2012 si è suicidata.

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