Una flânerie di classe, dello scrittore dei viaggi transcaucasici. In
forma di racconti, le modeste epiche della vita quotidiana. Con l’atteggiamento del “pofigismo”, concetto
russo dell’abbandono al destino ma con una rassegnazione divertita, se non
gioiosa, per le assurdità dello stesso, Tesson, grande viaggiatore di fatto e
narratore di viaggi, disegna marinai, viaggiatori in genere, artisti,
tranquilli borghesi, amorevoli o bellicosi, che in tutte le città del mondo,
Zermatt, Riga o Parigi, o il Sahara, l’Afghanistan, la “sua” Jacuzia, si
consolano con illusioni-evasioni, mentali.
Artefatto come raccolta, ma Tesson sa coinvolgere anche in questi viaggi
mentali.
Sylvain Tesson, Abbandonarsi a vivere, Sellerio, pp.
190 € 15
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