domenica 9 agosto 2015

L'invenzione del giallo, insorpassata

Il primo dei romanzi gialli. Dei gialli europei, dopo quelli americani di Poe – il racconto giallo nacque come un’estensione del mistero, imparentato col gotico (il c’è e non c’è, forse è un fantasma, un revenant, una colpa…). Trascurato a motivo della lunghezza, il giallo si vuole rapido (ma Sherlock Holnes non è prolisso, sempre troppo?), e tuttavia ineliminabile: una pietra di fondazione e anche una finestra, anzi un balcone.
All’uscita, nel 1860, pare abbia fermato tutta Londra. Lo pubblicava Dickens, a puntate, sul settimanale “Al the Year Round”, da lui fondato l’anno prima (si pubblicherà fino al 1895). E allora: Thackeray non dormiva la notte per leggerselo, Gladstone saltò il ricevimento dopo una prima a teatro ardendo dalla curiosità, il Principe Consorte – non potendosi disturbare la regina Vittoria, troppo vittoriana – lo raccomandava ai suoi ministri: Insomma: la novità fu anche del genio pubblicitario di Dickens. Ma Collins ci mise del suo.
L’ultimo suo editore inglese, la Everyman’s Library, non lo pretende un capolavoro, ma “tuttora il miglior mistery-thriller in inglese” – e cioè il migliore, il mistery-thriller è inglese. Magari a ragione. Collins non era un debuttante. Almeno una storia gotica-di mistero è stata riscoperta recentemente, pubblicata nel 1843 su numerosi periodici americani, ambientata, come il genere allora voleva, in Italia, “The Last Stage Coachman” – poi riscritta come “Volpurno”, di apparizioni, sparizioni, etc., a Venezia e dintorni. Ma qui ha fato tesoro evidentemente della tecnica narrativa di Walter Scott – Walter si chiama il sui protagonista: molto descrittiva (digressioni, divagazioni) ma fino alla misura giusta. Dal padre William, pittore rinomato, l’abilità a coprire i fatti coi “cieli”, tutti sempre parlanti – la scenografia è forse il suo migliore strumento. Il tutto integrato dal personale gusto per il sensazionale, la sorpresa. Che il fogliettone settimanale richiedeva, e lui padroneggiava, nella giusta misura – della puntata cioè (la scrittura a volte non è misteriosa). L’esito è quella scrittura che oggi si chiama “di grande lettura”. Ma non pretestuosa, quale oggi dilaga nella scrittura delle scuole di scrittura: lungo ma necessario.
Wilkie Collins, La donna in bianco, Fazi, pp. 745 € 18,50 (vecchia edizione tasc., pp. XX-688 € 14,90)

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